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LEGENDS OF ROCK - # 8 - Jethro Tull, prima parte
02/11/2010 (15344 letture)
Il vero Jethro Tull era un agronomo del XVIII° secolo, era anche in un certo senso un inventore: inventò la seminatrice meccanica. Costruì il primo prototipo della seminatrice utilizzando i pedali dell'organo di una chiesa locale. Quando ci è stato suggerito come uno dei nomi settimanali per la nostra band in quei remoti giorni dal nostro agente noi abbiamo detto ok, noi saremo i Jethro Tull questa settimana. La ragione di tutto ciò era il fatto che noi non eravamo un gruppo così eccezionale, almeno agli inizi, e l'unica soluzione che potevamo prendere era di ripresentarci nei club dove avevamo suonato fingendo di essere qualcuno di diverso ogni settimana; spesso noi non sapevamo nemmeno chi eravamo, l'agente dimenticava di dircelo, così arrivavamo in qualche club e davamo un'occhiata alla lista delle band che suonavano... qualsiasi band che non avevamo mai sentito prima, sapevamo che dovevamo essere noi. Quella volta che siamo stati richiamati al Marquee Club dovevamo restare con il nome che avevamo quella settimana, il quale guarda caso era Jethro Tull!
Ian Anderson
.

I Jethro Tull vantano una carriera ultraquarantennale, nel corso della quale hanno suonato vari generi (folk, blues, jazz, progressive, hard rock, elettronica, musica orientale) sempre con grande perizia e non perdendo di vista una certa semplicità compositiva che ha prodotto un numero davvero notevole di stupende canzoni. Il loro stile viene convenzionalmente definito progressive, ma in realtà, per stessa ammissione di Ian Anderson, non si attaglia alle caratteristiche della sua band; credo che definire il loro sound folk rock sia fondamentalmente più corretto.
Le radici di una delle band più influenti nella storia del rock vanno ricercate tra il 1966 ed il 1967, quando Ian Anderson, John Evan, Barrie Barlow, Glenn Cornick e Jeffrey Hammond confluirono in tempi diversi nella John Evan Band, un gruppo inglese originario di Blackpool. Gradatamente questa formazione si sfaldò; il polistrumentista Anderson (voce, flauto, armonica, chitarra folk, piano) e Cornick (basso) decisero, allora, di unirsi al chitarrista Mick Abrahams ed al batterista Clive Bunker, entrambi di Londra, dando vita agli inizi del 1968 alla prima line up dei Jethro Tull. Il particolare monicker deriva dal nome di un agronomo inglese realmente esistito ed autore, peraltro, di un libro asseritamente scovato dallo stesso Anderson nella casa del suo futuro manager Terry Ellis.
La proposta musicale dei primi Jethro Tull, riscontrabile nell’album d’esordio This Was, è una sorta di fusione tra vari stili (rock, jazz, blues su tutti) piuttosto originale per quell’epoca, con in maggior evidenza il suono della chitarra e del flauto. La conflittualità tra Anderson ed Abrahams portò all’abbandono di quest’ultimo che fondò i Blodwyn Pig, mentre il suo posto fu preso in un primo tempo da Toni Iommi (già, proprio lui, il Dio della sei corde dei Black Sabbath!) e successivamente dal fido Martin Barre. Il cambio pose Anderson nella posizione di leader incontrastato della band.
Nel 1969 venne pubblicato Stand Up, uno degli album più famosi del combo britannico, che si distaccava in modo netto dal sound degli esordi, abbracciando un genere totalmente differente, fatto di melodia, cura meticolosa nelle liriche ed atmosfere folk. Il platter contiene le celeberrime Bourée (riarrangiamento di Ian Anderson della Suite per liuto n° 1 BWV 996 di Johann Sebastian Bach), Nothing Is Easy e We Used To Know (ispirò gli Eagles nella composizione di Hotel California) ed ebbe un successo formidabile arrivando al primo posto tra i dischi più venduti d'Inghilterra.

BOURÈE


I concerti del gruppo costituivano uno spettacolo unico, con un eccentrico Anderson (capelli lunghissimi, cappotto di varie taglie più grande, stivali obsoleti) che assumeva pose particolari da vero acrobata del rock (famosissimo il modo di suonare il flauto con molta aggressività muovendosi in continuazione su una gamba sola).
Il successo fu raggiunto anche negli Stati Uniti con l’album Benefit (1970), con John Evan alle tastiere, anche se nel Paese d’origine vendette di meno rispetto al predecessore, pur conservando nel complesso la medesima filosofia musicale; forse l’eccessiva apertura alla melodia, più incline al pubblico statunitense, potrebbe spiegare tale fenomeno.
Nell’agosto del 1970 i Jethro Tull parteciparono allo storico festival dell’Isola di Wight, seguito da 600.000 persone e documentato dal film di Murray Lerner Message To Love: The Isle Of Wight Festival. In merito suggerisco di procurarvi lo splendido album/video Nothing Is Easy: Live At The Isle Of Wight 1970 pubblicato nel 2004.
Il bassista Cornick, nel frattempo, fu sostituito da Jeffrey Hammond, molto stimato da Ian al punto che lo scozzese gli dedica addirittura due stupende canzoni, Song For Jeffrey (contenuta in This Was) e Jeffrey Goes To Leicester Square (inclusa, invece, in Stand Up). L’anno della definitiva consacrazione fu senza dubbio il 1971, con l'uscita del concept album Aqualung, uno dei dischi più importanti e conosciuti della band, che presentava anche escursioni nell’hard rock; i testi sono ironici, taglienti come rasoi e la title track è semplicemente fenomenale al pari di Cross Eyed Mary e Locomotive Breath immancabili nelle esibizioni live dei Jethro Tull.
La fama della band, con il nuovo batterista Barrie Barlow -già nella John Evan Band- raggiunse livelli stratosferici e le tournée assunsero contorni trionfali. L’anno successivo i Jethro Tull azzardarono tantissimo, con un nuovo concept contenente una sola lunghissima track, un altro pilastro del rock, la pretenziosa suite Thick As A Brick; il platter, dalla singolarissima cover (la pagina di un quotidiano, il fantomatico St. Cleve Chronicle), non raggiunge gli apici di Aqualung sebbene costituisca un caposaldo della musica degli anni settanta. Interessante l’apertura orchestrale affidata a David Palmer.
Dopo lo splendido doppio disco semiantologico Living In The Past (1972), Anderson commette un passo falso perseverando nel 1973 con la formula del concept: A Passion Play fu aspramente messo sotto accusa ed anche le vendite scesero in modo sensibile; un progetto troppo cupo, ambizioso e complesso che non fu affatto compreso e gradito sia dai fan che dalla critica.

THICK AS A BRICK



davidegasroom@gmail.com
Sabato 5 Novembre 2011, 11.58.09
11
sono la band di menestrelli migliore al mondo la loro melodia acustica rievoca il lontano e stupendo periodo del medievo
Gabriele
Giovedì 13 Ottobre 2011, 15.39.07
10
Semplicemente" Favoloso"
hm is the law
Domenica 5 Dicembre 2010, 11.01.53
9
@ Santoro; @ jek: grazie!
Santoro
Mercoledì 10 Novembre 2010, 14.51.10
8
Una delle band migliori nella storia del rock Bellissimo articolo.
Nikolas
Mercoledì 3 Novembre 2010, 12.21.20
7
Ian Anderson e' uno dei miei idoli assoluti! Quando ho ascoltato la prima volta Aqualung ne sono rimasto sconvolto! Non potevo immaginare che esistesse un rock simile, così potente, coinvolgente, e dove il protagonista è il FLAUTO!! Ancora oggi e' uno dei miei dischi preferiti. Quoto Raven, forse ora non solo piu' al 100%... ma cavolo, se vi capita, andate a vederli!!! La classe di una band rock storica non muore mai, e dal vivo sono ancora fantastici!
jek
Martedì 2 Novembre 2010, 20.43.47
6
Gruppo fantastico, Thick As A Brick e un'opera rock sublime. Quando si parla di innovazione i jetro sono un ottimo esempio. Articolo fatto bene complimenti.
nick
Martedì 2 Novembre 2010, 19.02.19
5
il mio gruppo preferito, semplicemente strepitosi!
metal4ever
Martedì 2 Novembre 2010, 15.19.40
4
Ho sentito solo Acqualung che è un signor album!!! daje altra band da approfondire....
hellvis
Martedì 2 Novembre 2010, 11.38.17
3
Grandiosi. Uno dei miei gruppi preferiti in assoluto.
zoso
Martedì 2 Novembre 2010, 11.02.15
2
gran gruppo!
Raven
Martedì 2 Novembre 2010, 10.48.16
1
Favolosi! Sono contento di aver fatto in tempo a vederli dal vivo, anche se non sono più quelli di una volta. Gustosissima la dichiarazione di Anderson riportata ad inizio articolo.
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Ian Anderson dal vivo
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