TEMPUS FUGIT Sarà perché ormai comincio ad avere una certa età, sarà perché quando vado ai concerti mi capita di passare il tempo con gente che ha mediamente vent'anni meno di me (non che la cosa mi dispiaccia, specialmente se si tratta di esemplari da compagnia dell'altro sesso), ma se già in gioventù mi risultavano antipatici, adesso provo ancor meno interesse per testi vuoti e stupidi, messi lì per riempire lo spazio tra un riff e l'altro. Dato che Metallized ha ormai da tempo inaugurato questa rubrica, e visto che il pubblico ha mostrato di gradire gli approfondimenti circa testi che vadano oltre la descrizione dell'ultima ubriacatura in compagnia -non che li voglia demonizzare, ci vogliono anche quelli- la mia condizione di vecchio rinc... ehm... di redattore dotato di una certa esperienza, mi spinge sempre più spesso a dare un'occhiata indietro, a pensare a quali e quanti momenti ho già alle spalle ed a quanti di questi avrei potuto sfruttare con maggior costrutto. So di non essere certo il solo ad essere sfiorato da questi pensieri, infiniti altri lo hanno fatto prima di me ed altrettanti lo faranno dopo; tra questi anche i Pink Floyd di Time.
IL LANGUIDO SCORRERE Il brano è tra i più noti in assoluto della storia del rock, non solo tra gli appassionati e gli addetti ai lavori, ma anche tra la gente comune, visto che una buona fetta della popolazione adulta lo ha sentito almeno una volta nella vita. Si è discusso del pezzo versando fiumi di inchiostro sulle soluzioni produttive escogitate da Alan Parsons: le sveglie perfettamente sincronizzate per creare un effetto schizoide, i rototom col loro suono che sembra provenire da un non meglio definito altrove, la separazione totale di certi strumenti nei canali stereo, il carico/scarico tra rock e malinconia tra parti strumentali e ritornello e tutto il resto. Meno si è però parlato del testo, a mio parere tra i più significativi partoriti dalla band, con Gilmour a cantare le strofe e Wright ad occuparsi dei ritornelli, e non è affatto un caso che si tratti di uno dei rarissimi pezzi targati Pink Floyd ad essere firmato da tutti e quattro i musicisti. Il brano è essenzialmente diviso in due parti, con la prima a descrivere l'impatto apparentemente nullo dello scorrere del tempo su un uomo giovane, incosciente del suo valore e del fatto che purtroppo questo scorre in maniera unidirezionale, impedendo ogni correzione postuma, ogni ripensamento, ogni modifica, fino a rendere sordo il dolore di ogni eventuale rimorso per quanto erroneamente fatto o per quanto non fatto. La seconda parte invece, descrive la corsa inevitabilmente perdente per cercare di star dietro al suo scorrere, per cercare di raggiungerlo e tenere il suo ritmo, mentre il passare degli anni ti rende inevitabilmente più lento, più asfittico, cosciente dell'inutilità dell'affrettare il tuo passo.
Ticking away the moments that make up a dull day You fritter and waste the hours in an off hand way Kicking around on a piece of ground in your home town Waiting for someone or something to show you the way
Ticchettano via i minuti che riempiono un giorno tedioso E tu sbrindelli e sciupi le ore per strade fuori mano Gironzolando per un angolo della tua città Aspettando che qualcuno o qualcosa ti mostri la via
Quando sei in giovane età, capita che le giornate trascorrano senza sussulti, noiose, e che il tuo modo di affrontarle si riduca in un vuoto, languido girare in tondo, occupando angoli fin troppo noti, percorrendo strade inutili senza sapere esattamente cosa fare e come farlo, sperando che qualcun altro ti dia una scossa, ti mostri un percorso, ti indichi una meta e la strada da seguire per giungere ad essa.
Tired of lying in the sunshine, staying home to watch the rain You are young and life is long and there is time to kill today And then one day you find ten years have got behind you No one told you when to run, you missed the starting gun
Stanco di giacere al calore del sole, di restare in casa a guardare la pioggia Sei giovane e la vita è lunga, c'è tempo da ammazzare, oggi E poi un giorno scopri che dieci anni sono alle tue spalle Nessuno ti ha detto quando correre e ti sei perso il segnale dì partenza
L'INUTILE RINCORSA E la vita continua a scivolarti tra le dita, pigra, infida, perché non ti avverte del pericolo che stai correndo, del tesoro che stai sprecando, invitandoti solo ad ucciderlo in qualche modo, uno qualunque. Finché un giorno realizzi che altri dieci anni sono vuotamente trascorsi, e realizzi di averli sprecati, di non aver compreso il loro valore, di aver dilapidato un tesoro immenso, forse il più grande del quale un uomo possa disporre.
And you run and you run to catch up with the sun, but it's sinking And racing around to come up behind you again The sun is the same in the relative way, but you're older Shorter of breath and one day closer to death
E corri e corri per raggiungere il sole, ma ormai sta tramontando Correndo in tondo per rispuntare di nuovo dietro di te Il sole è lo stesso in maniera relativa, ma tu sei invecchiato Respiro più corto e d'un giorno più vicino alla morte
La corsa metaforica verso un sole che comincia a tramontare, girando senza costrutto, perché la corsa è vana. Quel sole invecchia anch'esso, ma seguendo una linea temporale diversa, entro la quale dieci anni non contano nulla, mentre per te segnano l'inesorabile approssimarsi della fine, mentre diminuisci il tuo passo.
Every year is getting shorter, never seem to find the time Plans that either come to naught or half a page of scribbled lines Hanging on in quiet desperation is the english way
The time is gone, the song is over, thought I'd something more to say...
Ogni anno si fa più breve, non sembri mai pago del tempo Fra progetti che finiscono in niente o mezza pagina di righe scarabocchiate Sopravvivere in quieta disperazione, è la maniera inglese
Il tempo è andato, la canzone è finita, pensavo di avere ancora qualcosa da dire...
Ed alla fine la constatazione dell'ineluttabile: così come ha avuto un inizio, il proprio tempo si avvia verso la fine. La mente perde interesse, l'entusiasmo si affievolisce e non si riesce più a portare a termine i propri progetti. La sopravvivenza facendo finta di nulla, in tormentata quiete, è il tipico atteggiamento inglese. L'ultima frase è un epitaffio: così come il tempo finisce, finisce anche la canzone, ed è inutile dire altro, o forse non conviene ricordarsene. Time forma in realtà un tutt'uno con Breathe (Reprise), ma questa è un'altra storia.
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