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CRYPTIC WRITINGS - # 44 - La Vittoria della Sconfitta - Negazione
05/09/2015 (3838 letture)
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E' facile associare l'hardcore ed i generi limitrofi ad una "ignoranza" espressiva che, fondendosi con un tipo di proposta musicale crudissima, incolta, furente e mediata nell'arco di pochi secondi tramite pezzi corti e violenti, sia limitata a poche frasi incazzate urlate nelle orecchie degl ascoltatori. Capita molto spesso, però, che dietro quelle grida sguiate, si nasconda un messaggio importante e sentito. Frasi di ribellione, a volte solo scritte con l'intento di definire un "noi" ed un "loro" con i quali non ci si vuol confondere, altre addirittura romantiche e con una loro profondità. Una delle band che meglio ha saputo fondere l'aggressività iconoclasta dell'hardcore/punk con la voglia e la capacità di dire qualcosa che andasse oltre il "noi non siamo come voi" e giungere persino a momenti di riuscito intimismo, sono indubbiamente stati i Negazione, dei quali analizzeremo La Vittoria Della Sconfitta.
LO SPIRITO DELLA VITTORIA Tra i gruppi HC/punk che maggiormente hanno contribuito all'affermazione di una certa scena italiana, sconfinando con grande fortuna anche in Europa ed oltreoceano, producendo come spin off postumo anche dei professionisti affermati oggi appartenenti ad altre realtà del mondo delle sette note, i piemontesi Negazione sono senza dubbio alcuno da annoverare tra i più rappresentativi, secondi forse soltanto ai Raw Power. Figli di quella Torino degli anni 70 la cui vita era regolata attimo per attimo dai ritmi della fabbrica, nella quale semplicemente uscire la sera durante la settimana era visto come un gesto profondamente sconveniente, che solo un sovversivo non inquadrato e soprattutto non inquadrabile nelle logiche della vita sotto l'ala del Lingotto poteva pensare di fare, i Negazione si posero fieramente "contro", sia quando cantavano di situazioni al limite del romantico, sia quando, come in questo caso, non solo non si nascondevano dietro musica e parole di comodo, ma rivendicavano la sconfitta conseguente a certe scelte come autentica vittoria. La loro opera più importante, Lo Spirito Continua, data 1986 e per un vero e proprio approfondimento circa il disco nel suo complesso, vi rimando alla recensione firmata dalla nostra Mara Zanetti "Unia". In questa sede, invece, ci focalizzeremo sul testo di una delle canzoni più belle -per quanto il termine "belle" possa essere adatto ad una musicalità così ruvida- contenute da quell'album, ossia La Vittoria Della Sconfitta, uno degli urli di libertà più sentiti degli anni 80, un'autentica Negazione dell'obbligo di omologazione imperante.
Non sprecare parole e sorrisi per me io conosco già la fine del libro non mi serve addolcire il dolore perché io ho perso ho già scelto la sconfitta la vittoria della sconfitta
Non importa. Non importa affatto sapere che la scelta fatta, quella di essere contro ed in ogni caso fuori dagli schemi consolidati di una società che produce i suoi membri con lo stampino e dosi massicce di perbenismo di facciata, sia perdente in partenza. Il fatto di conoscere già la fine del cammino, inevitabilmente perdente, non ha importanza alcuna e non richiede consolazione. La consapevolezza iniziale del prezzo da pagare è già un potente edulcorante sia del dolore, inteso come parte inevitabile del gioco e quasi positivo in quanto testimone della bontà della posizione assunta, che della sconfitta già scritta. Ed anche questa non solo è qualcosa di ineluttabile, ma addirittura auspicabile, perché essere fuori dalle logiche della condiscendenza, del benaltrismo, di quella politica del guadagno che già nel 1986 sembrava aver toccato livelli inimmaginabili, mentre era ancora in grado di raggiungere vette di fangosità al di là del concepibile, dell'aderenza agli schemi ingabbianti di una società già scavata dal verme che oggi l'ha praticamente digerita interamente, è una vittoria che nessuno che di quegli schemi è parte integrante può sperare di capire. Una vera vittoria della sconfitta, per chi è in grado di intenderlo.
Quante volte ancora mi mostrerete che questo posto non è il mio in ogni istante, ad ogni occhiata in ogni pensiero, ad ogni azione sempre, fino a quando creperò davanti a qualche vostro palazzo in ginocchio, con il corpo distrutto ma con la mente attiva perché l'odio rimane
Una società falsa e cosciente di esserlo, che non può di conseguenza accettare le deviazioni dalla "retta via" e chi quei sentieri scova e percorre, non mancando mai di farglielo notare. E quando i richiami a rientrare nei ranghi non sortiscono l'effetto sperato, allora la mossa da fare è isolare, additare, screditare, allontanare. Se qualcuno non si adegua all'andazzo, deve essere posto fuori dal recinto dove il gregge si muove in apatica sicurezza, al fine di evitare il contagio. Questo posto non è tuo, non fa per te, tu non fai per noi e non mancheremo mai di farti notare quanto sei fuori luogo, fino al momento estremo. Solo, con i segni della lotta e della sconfitta apparentemente evidenti, ma in realtà non domato, fieramente capace di lottare per mutare la sconfitta in vittoria. Non col corpo, non a pugni, ma con le idee, con la mente, col virus della ribellione che sopravvive in latenza, alimentato da quell'odio per l'apparenza che lo nutre e lo tiene in vita. Anche oltre la morte del simbionte che lo ospita.
Quando mi chiedete perché mi fate ancora più schifo io odio la vostra ipocrisia io voglio e non chiedo perché conosco già la risposta troppe volte il bello diventa brutto troppe volte soffro, troppe volte Non sprecare sorrisi e parole per me
Ed anche i momenti di apparente interessamento per il diverso, sono in realtà falsi come il resto, mascherando solo il tentativo di sottolineare ancor di più quanto la diversità sia sgradita e, contemporaneamente, così compiere opera di auto-rassicurazione ed auto-affermazione per chi, appartenendo a quel risiko sociale di schizofrenica passività dell'essere, non possiede i mezzi mentali per prendere atto e per analizzare la possibilità di un'esistenza autonoma, senza qualcosa da succhiare dal capezzolo del politico di turno, del capo ufficio che ti vessa, del boss che ti controlla, della fabbrica che ti nutre scaricando la tensione interna creando nemici tra i diversi, inevitabilmente più deboli. In quel momento l'odio è ancora più profondo, più nero, sottolineando ancora ed a fuoco la diversità della visione della vita tra chi pensa e chi crede di farlo. La condizione del libero pensatore, però, non provoca quell'anestesia totale della mente, quella lobotomizzazione del'Id che gli altri subiscono o addirittura cercano. La visione delle brutture non è quindi risparmiata, non è mediata da niente, provocando sofferenza e struggimento, ma anche consapevolezza e vita vera, vissuta. Non perdete quindi tempo a commiserare questa gente, la strada da loro scelta è inaugurata da un cartello che indica un senso unico, invertire la marcia o semplicemente svoltare ad un incrocio è loro impossibile.
BRUCIA DI SOLE Come tutto ciò che "brucia di vita", anche i Negazione descrissero una parabola tutto sommato relativamente breve -nove anni- e, incapaci di evolversi in formazione stabile con batterista fisso, implosero sotto il peso del loro successo underground, della fine di quella voglia di fare sacrifici estremi per la musica e dei rapporti interpersonali. In un certo senso era una storia già scritta, come quasi tutte quelle riguardanti l'HC/punk, genere così urticante da essere forse poco adatto a generare gruppi di lungo corso (ovviamente le eccezioni non mancano) e parole così meditate da sopravvivere al tempo. I Negazione, però, sono sopravvissuti a loro stessi, alle mode ed al cambio epocale di mentalità che ha reso obsoleto e quasi fastidioso chi decide di non far ammuffire le proprie sinapsi davanti ai programmi di Carlo Conti o di Antonio Ricci. Sempre in attesa del Giorno del Sole, se mai verrà. Ma tanto non importa, quel che conta è attenderlo, vivi e senzienti.
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Confermo quanto detto da jo-lunch al #38 (riguardo al negozio; sulla bellezza della Torino di oggi non concordo pienamente). Erano proprio dei bei tempi, ricchi di stimoli e di una particolare 'effervescenza'! |
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Ho il vinile comprato nel 1986 ........è ho detto tutto!!!! H/C |
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Ricordo di avere conosciuto questo gruppo Hc italiano, in un piccolo atlante musicale della Giunti 'hardcore. Purtroppo l'hc/punk non viene tanto seguito in Italia come lo è in America che è una sorta di heavy/metal melodico... |
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Comunque viva l'HC italiano degli anni 80, un movimento musicale e culturale che è stato una vera punta di diamante di cui dobbiamo andare fieri. A quando un articolo sui Wretched? |
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Ho trovato i Negazione sempre un pò 'indigesti', non nego di preferire gli Indigesti! |
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Io da Rock & Folk ci andavo già nella preistoria, quando era un buco di negozio e non ho mai visto alcun ubriaco o gente che faceva casino; ci vado ancora adesso (dopo vari cambi di negozio) e mi fa piacere rivedere le stesse facce e, anche se tutto è ormai cambiato, non posso negare che lì dentro si respira sempre una certa aria d'antan e ogni tanto si sente anche un po' di nostalgia. In quegli anni la tecnologia era lontana mille anni luce e la musica si ascoltava in maniera diversa. Oggi Torino è una città bellissima, piena di vita e multiculturale, ma non posso negare che una volta rappresentava uno dei poli musicali (parlo di grandi concerti) più importanti d'Italia, mentre adesso, ahimè, è relegata ad un ruolo di pura comparsa. Chi vive a Torino non può negare questa verità. |
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Per Sicktadone: "..quella Torino che si incontrava da Rock`n`Folk per guardare i dischi" ahahaha si come no. Quattro s.....i dentro e venti fuori di solito a fare casino ed ubriacarsi. Io ho vissuto quegli anni e tutta sta bella gente non l`ho vista!!! |
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nella canzone quando arriva alla frase: perché l'odio rimaneee... con quell'urlo alla fine è qualcosa di meraviglioso |
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Non credo che Ramazzotti e Venditti centrino molto, fanno pop, non metal o punk che sia, e inoltre credo e spero di jon sbagliarmi, che anche tra punk e metal non e' che ci sia stata sempre tutta questa unione fraterna, anzi; il problema a mio parere che persiste tuttora e' che in Italia e' sempre mancata una cultura musicale seria. |
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troppe poche di band cosi ce ne sono state in italia ! a quanto pare gli italiani preferivano ramazotti o venditti. che coglioni. |
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Si @Raven recepito, ma volevo precisare una volta per tutte, pur non conoscendo quel gruppo, certamente sapevo che fosse un gruppo punk tra quelli citati da Lele, li ho citati in quel post in modo scherzoso con funzione di doppio senso, pensavo si fosse capito, evidentemente qualcuno non ci e' arrivato a capirlo.Per me chiusa qui. |
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Non roviniamo la discussione, grazie. |
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questo per scherzare, ma se hai detto sul serio , qui se c'e' un ritardato quello sei tu. |
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No @Simo e' il tuo cervello che va a scoppio ritardato ahahah |
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Metallo é ritardato ahah |
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Ops, ignoravo l'esistenza. Stasera li cercherò. |
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Grande Raven, bellissimo CW su un testo da ricordare sempre ogni volta che si affronta qualcosa! Qui ho ritrovato lo spirito ribelle di mio nonno che diceva "insulti e complimenti accettali solo da chi stimi, il resto è un suono nell'aria!" |
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Sin Cities. C'è anche Torino. |
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Ma li abbiamo. E' la serie Sin City  |
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Tempo fa sul tubo vidi un documentario sulla scena hardcore Torinese, periodo anni '90. Nessun accenno ai Negazione che facevano parte dell'onda ottantiana, peccato. Comunque Torino sfornò ottime band anche nel Metal, non sto a citarle tutte perchè erano diverse. Si poteva definirla una scena in piena regola. Sarebbe bello fare degli special "Cittadini" sulle scene anni 80/90. |
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Cito un nostro lettore: "A chi dice che a Torino, tolta la Fiat, non resta nulla, dico ascoltate Negazione e Nerorgasmo, e capirete quella Torino che non aveva negli ideali la Giuventus o la Fiat, quella Torino che passava dalla biblioteca al centro sociale con scioltezza, quella Torino che si incontrava a Rock & Folk per guardare i dischi". Un ottimo lavoro Francesco, i testi di questi gruppi troppo spesso vengono presi sotto gamba, mentre sono stati una realtà irripetibile! |
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#italiano,#Raw Power, scusate colps di questo scatorcio di tablet. |
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Ahah incuriosito dal nome Indigesti, sono andato ad ascoltare qualcosa di loro, scusatemi ma l'avevo detto che di punk mastico poco, solo qualche nome iraliano come i Raw Powere e qualcuno famoso straniero americano e inglese e neanche troppo approfondito, , e' da pochissimo che ascolto punk e hardcore, specialmemte dopo delusioni in campo metal, detto questo ho appunto ascoltsto qualcosa di loro sul tubo e sono bravi davvero, bisogna ammettero il Piemonte e Torinomha sfornato dei bei gruppi, oh poi visto che siamo in tema di nomi bizzarri avrei citato tra l'elenco di Lele anche i Blue Vomit,di certo non indigesti e di certo non provocano cio' che e' scrityo nel loro nome, niente male anche loro, poi vabbe' anche io ho 3 o 4 nomi ma questa volta esteri, che uno manco ci crederebbe che esistono, da bannaggio sicuro, ma si sa la fantasi nel dare nome ai gruppi non ha limiti  |
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Commento n.7 da incorniciare, ahaha, mi viene in mente un gruppo delle mie parti, non so se esistano ancora, si chiamavano come una bestemmia, meglio che non li nomino, se no vengo bannato.... |
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Certe volte capita che un'intera epopea, una vita, un periodo, un appartenere a qualcosa di irripetibile, nel bene e nel male sia dipinto in una sola frase, capace di gettare luce e ombre su momenti che se non vissuti personalmente sono davvero difficili da comprendere.... "Figli di quella Torino degli anni 70 la cui vita era regolata attimo per attimo dai ritmi della fabbrica, nella quale semplicemente uscire la sera durante la settimana era visto come un gesto profondamente sconveniente, che solo un sovversivo non inquadrato e soprattutto non inquadrabile nelle logiche della vita sotto l'ala del Lingotto poteva pensare di fare....". |
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@Lele perfetto finalmente ci siamo capiti , questione di "Negazione", eheh  |
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@metallo, adesso ho capito. Scrivo troppo convoluto, quelle frasi con tre negazioni non + non + nulla... Riscrivo così: la scena HC nostrana era largamente superiore a quelle degli altri paesi, eventualmente erano gli stranieri ad avere quacosa da invidiarci. |
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A mio avviso per quel poco di punk che ho ascoltato, per quanto riguarda i testi se la cavano bene , si difendono bene a me pare, certo ci sono gruppi stranieri superoiri , sicuramente, ma la qualita' dei negazione mi sembra fuori discussione, su youtube ho letto apprezzamenti anche di persone straniere. |
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@metallo, certo, ribalto la prospettiva. Se parliamo di H/C non sono i gruppi italiani a non avere nulla da invidiare agli stranieri, ma eventualmente saranno (forse) i migliori tra gli stranieri a non avere nulla da invidiarci. Pensavo si capisse il senso... |
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Scusami e', ma non mi hai detto che ribalti quello che ho detto al 2? |
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@metallo, perdonami, ma dove avrei scritto che hanno qualcosa che non va? |
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@Raven grazie della precisazione l'ho gia' detto mokte volte cge non sono un esperto pero'@ Lele non hai risposto alla mia domanda, cosa hanno che non va i Negazione? |
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Grazie @Raven, non sapevo come rispondere ... |
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Indigesti è il nome di una band  |
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Voglio dire la maggior parte della critica giudica ad esempio Lo Spirito continua tra i migliorinalbum italiani di quel periodo e tra i vertici del del genere punk rock hardcore, che cosa hanno i loro testi e la loro musica che fai fatica a deglutire!?Ti va di sherzare o cas'altro!? |
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Non conosco la maggior parte dei gruppi da te citati, non sono ferrato per il punk hardcore, non e' propriamente il mio genere, spiegaci perche' ti sarebbero indigesti,.....poi se lo dici tu che sei un esperto.....c'e' da crederci .....o no!? |
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@metallo, ribalto quello che scrivi: questo, al limite, è uno dei casi in cui possono essere gli stranieri a non avere nulla da invidiarci. Raw Power, Negazione, Indigesti, Peggio Punx, Kin@, Impact, CCM, Wretched, Franti (anche se non di stretta osservanza H/C) ... e a ricordarli tutti ci vorrebbe un libro ... |
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Bisognerebbe fare un CW anche per gli altri album, split e demo compresi. Poesia urbana, Hardcore Punk , miscelati e portati al massimo livello. Ho ancora il vinile di "Wild Bunch", la raccolta dei loro demo. |
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Per chi come me ha vissuto quegli anni incredibili,- ero un ragazzino- davvero un grande articolo, poi mi fa piacere che tante persone apprezzino i testi e la musica anche a distanza di anni.... |
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Uno dei testi più belli del gruppo. Grazie Fabrizio e grazie Francesco. |
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Confesso la mia ignoranza in ambito hardcore punk, questo gruppo lo sto approfondendo, ma devo dire che questo e' proprio un gran gruppo, che nulla ha da invidiare ai gruppi del settore stranieri, e lo testimoniano la bella ritmica e i bellissimi testi, un mix travolgente. |
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Ti entrano dentro in maniera tagliente come solo l'hardcore sa fare, risvegliano il senso di rabbia e di rivalsa ma allo stesso tempo ti lasciano con la delusione di constatare con amarezza lo schifo che ti circonda. Davvero un gruppo incredibile, grazie Raven per questo articolo!! |
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