Per molti artisti metal, specie nella frangia più oltranzista, venire in contatto con la produzione letteraria di Lovecraft rappresenta una vera e propria benedizione, è un po' come aver trovato una fonte inesauribile di ispirazione per le proprie liriche. Gli sfondi suggestivi e pittoreschi dell'autore riescono a solleticare la capacità creativa dei musicisti, mentre molti cantanti si lasciano trasportare dal desiderio di narrare le gesta dei racconti dell'immortale di Providence. Ma quanti hanno realmente omaggiato l'autore, esplorando i concetti dei suoi racconti e rendendolo per una volta protagonista di una storia? Sicuramente gli ellenici Septicflesh, quantomai vicini per tematiche e ideologia allo scrittore, che hanno deciso di creare un brano (incluso in Communion) in cui tributano il giusto onore a Lovecraft, inserendolo nella narrazione della sua stessa morte, costellata da riferimenti alle creature ed alle vicende che lo hanno accompagnato durante il corso della vita.
LOVECRAFT'S DEATH Il brano si apre con degli arpeggi sinistri di chitarra, le distorsioni spettrali e riecheggianti si avviluppano in dissonanze funeree, cadenzate dalla ritmica serrata delle pelli. Il passaggio alla strofa è inquietante: un blastbeat forsennato si amalgama a cromatismi degli archi, incorniciando la sola voce da incubo di Seth, un timbro che sa di demoniaco:
The cold comes The rats in the walls break The deadly sound of silence As time decays You try to name the unnamable A whispererer in darkness
Il freddo sopraggiunge I ratti nelle pareti infrangono Il suono mortale del silenzio Mentre il tempo si corrompe Tu tenti di dare un nome all'innominabile Un essere che sussurra nelle tenebre
Colui che per una vita intera ha instillato terrore nei suoi personaggi e nei lettori, ora si trova a dover fare i conti con le sensazioni che ha sempre visto dall'altra parte delle specchio, i rumori sinistri, il gelo ed il terrore che si infilano lentamente nelle ossa. I suoni orrendi, gli echi atavici (il racconto “i ratti nelle pareti” nello specifico può aiutare ad avere lettura più chiara del concetto) e la pelle d'oca non sono che il contorno per il mietitore che verrà a raccogliere l'anima del malcapitato scrittore. L'orrore stesso si incarna per riportare nel proprio mondo remoto colui che ne ha rivelato l'esistenza e l'ubicazione, come se si trattasse dell'eliminazione di un testimone scomodo.
Our hound smells you The haunter of the dark Will come to take you to our realm Your life, your books March in front your closing eyes Beyond the walls of sleep
I nostri segugi ti fiutano Colui che abita il buio Verrà a prenderti per portarti nel nostro regno La tua vita, i tuoi libri Sfilano davanti ai tuoi occhi Oltre le mura del sonno
Lovecraft in the realm of the dead
Lovecraft nel regno dei morti
L'atmosfera si fa solenne e straniante, indicando lo smarrimento del protagonista quando si trova per la prima volta nell'aldilà, varcando quel confine che per tutta la vita ha dipinto. Echi e rimandi tra i diversi strumenti si spostano da un orecchio all'altro, creando la tipica sensazione di confusione dovuta ad una molteplicità di suoni provenienti da ogni dove. Cori demoniaci oscillano tra tonalità proibite, cinti da archi luttuosi e squilli di trombe. Il giudizio è oramai pronunciato: lo scrittore dimorerà insieme agli incubi di cui ha tanto parlato.
Obsessed with Necronomicon The Arab's wicked dream You found a path to Azathoth And walked the Dagon's realm
Ossessionato dal Necronomicon Il perfido sogno dell'Arabo Hai trovato una via per Azathoth E percorso il regno di Dagon
Le più celebri creazioni ed artifici di Lovecraft vengono elencate, a partire dal Necronomicon, oscuro grimorio redatto dallo stregone arabo Abdul Alhazred (originalmente con il titolo Al Azif) che si è trasformato in una vera e propria ossessione per molti collezionisti all' inizio del ventesimo secolo, salvo poi rivelarsi una finzione letteraria; passando per alcune delle più celebri creature della penna dell'americano: il mostro acquatico Dagon, protagonista dell'omonimo racconto, e Azathoth, divinità esterna del caos.
Your friends were haunted too Do you remember Charles? Or haven't you heard The music of Erich Zann The call of Cthulhu we disguised With notes and raving rhythms To spread the seed of lurking fear Into the heart of man
Anche i tuoi amici erano perseguitati Te lo ricordi Charles? O non hai forse tu sentito La musica di Erich Zann? Il richiamo di Cthulhu che abbiamo mascherato Con note e ritmi ipnotici Per spargere il seme della paura recondita Nell'animo degli uomini
Oltre ai due riferimenti a Charles Dexter Ward ed Erich Zann, il primo molto vicino ad uno scrittore di liriche nello stato di isolamento più totale, che cerca di raccogliere le idee ed unire i concetti, seppure con finalità diversa (non a tutti interessa evocare Yog-Sothoth in casa propria!); il secondo vicino all'artista ispirato, che sente provenire le melodie quasi come se appartenessero ad un'altra dimensione, concetto anch'esso affine al lavoro della band stessa. Ma nella seconda parte della strofa è racchiusa un'accusa implicita, di aver favorito l'operato dei Grandi Antichi con la propria letteratura, seminando il terrore negli uomini e contribuendo all'ascesa di tutto il mostruoso pantheon di cui Lovecraft ha narrato durante la propria vita. Tuttavia, come si vedrà in seguito, diffondere la conoscenza non ha sempre lo scopo di voler produrre panico, specie se all'autore spesso costa fatica e sofferenza rievocare determinati fatti.
Your time is out you saw too much You used the silver key You know too well that minds like yours Can never rest in peace
il tuo tempo è scaduto, hai visto troppo hai usato la chiave d'argento lo sai fin troppo bene che menti come la tua non potranno mai riposare in pace
In queste parole, oltre all'omaggio che una grossa fetta del pubblico metal estremo deve all'immortale di Providence per l'ispirazione fornitagli, è racchiusa una tragica interpretazione della figura dello scrittore, un'estensione di ruolo fino a trasfigurarlo in una sorta di vate, il profeta a cui è imposto di vedere. Lovecraft si trasforma dunque da genio ed inventore a testimone, colui per cui è difficile rammentare le proprie orrorifiche visioni, che soffre nel rievocare l'insanità di certi ricordi, ma sceglie consapevolmente il sacrificio per mettere a disposizione della comunità la propria esperienza, votandosi totalmente alla narrazione. Proprio come uno dei suoi personaggi, che in fin di vita completano le proprie memorie nell'incertezza di riuscire a sopravvivere abbastanza a lungo per poterle diffondere, così lo scrittore sa già che non potrà mai riposare in pace, introducendo tra le righe un tema fondamentale di tutta la produzione lovecraftiana: la conoscenza come fonte di distruzione della sanità mentale di un individuo, dunque la piccolezza dell'essere umano dinnanzi a certi eventi. La chiave d'argento sembra promettere una via d'uscita, un'immersione totale in quelli che erano i sogni (ricollegandosi ai racconti onirici del ciclo di Randolph Carter) in cui il protagonista (alter ego dello stesso Lovecraft) desiderava vivere in eterno. Ma se i sogni si trasformano in incubi, quella che si presentava con una liberazione si trasforma in una condanna a vivere per sempre insieme alle abominevoli creature dei propri racconti.
You stared at the abyss You'll never rest in peace
You'll never rest in peace
hai guardato dentro l'abisso non riposerai mai in pace
non riposerai mai in pace
Andando per gradi, possiamo riconoscere come in molti scritti di Lovecraft emerga il tema dell'inafferrabile portata di fatti che trascendono la dimensione umana: la rivelazione di veri e propri orrori, incubi che infestano le menti dei grandi uomini, potenze cosmiche talmente incommensurabili da avere la capacità di ridurre all'inutilità l'essere umano, completamente schiacciato dalla mastodontica potenza della progenie stellare. Per quell'uomo non esisterà mai requie né oblio, ma solo un'eterna dannazione e vivere in mezzo agli orrori che ha rivelato ai propri simili, un'inconsueta ricompensa per aver detto la verità, in linea con un concetto del tutto lovecraftiano: l'ignoranza di alcuni misteri è sinonimo di salvezza dal potere schiacciante della conoscenza, concetto per certi versi del tutto attuale. Un uomo che apre uno spiraglio in un mondo che gli crolla addosso, lasciandolo in preda alla pazzia e a comportamenti che distruggono la razionalità, rendendolo simile ad una bestia e a quegli stessi orrori che per tutta la vita ha combattuto. Annientato e convertito a forza dai suoi stessi nemici, l'esistenza perde di significato.
Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te.
(da “Al di là del bene e del male” di Friedrich W. Nietzsche)
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