I floridiani Cynic possono essere annoverati senza timore tra le band più influenti e multiformi del nostro genere preferito: fin dai primi demo, la band di Paul Masvidal ha intrapreso un viaggio incessante tra diversi "mondi musicali" cominciato nel thrash metal e nell'hardcore per poi spostarsi sul progressive death metal, continuando poi su lidi meno aspri e sempre più eterei, in nome di un animo artistico mai pago di esprimersi negli ambiti più diversi. Oltre al completo rifiuto dell'immobilità stilistica, un altro tratto distintivo dei Cynic è l'interesse per la filosofia, evidente sin dal monicker stesso (riferito ad una scuola filosofica dell'antica Grecia): i testi della formazione sono sempre stati dotati di una grandissima profondità, talvolta criptica, ed hanno esplorato vari aspetti del pensiero orientale e, più recentemente, sudamericano. La nostra attenzione si sofferma oggi su Focus, pietra angolare del progressive death metal che, oltre a codificare precise coordinate stilistiche poi ampiamente riprese da svariati altri complessi, ha settato uno standard anche per quanto riguarda i testi dalla forte componente intellettuale e filosofica comuni nel genere; in particolare, ci dedicheremo alla opener di quel disco leggendario, quella Veil of Maya all'ascolto della quale molti metallari dell'epoca rimasero sorpresi e meravigliati.
Il termine Maya, o più correttamente Māyā (in sanscrito माया), può assumere una grande varietà di significati, dipendentemente dal contesto in cui è utilizzato, ma il suo principale significato è quello di "illusione", o "magia". Questo basilare concetto, presente anticamente nei testi sacri dell'induismo come i Veda, le Upanishad ed i Purana, è stato fatto proprio dal filosofo tedesco Arthur Schopenhauer, il quale asserisce nel proprio capolavoro Il mondo come volontà e rappresentazione che Maya è:
"il velo ingannatore, che avvolge gli occhi dei mortali e fa loro vedere un mondo del quale non può dirsi né che esista, né che non esista; perché ella rassomiglia al sonno, rassomiglia al riflesso del sole sulla sabbia, che il pellegrino da lontano scambia per acqua; o anche rassomiglia alla corda gettata a terra che egli prende per un serpente."
Grazie all'opera di Schopenhauer, il velo di Maya è diventato un concetto noto anche alla maggioranza dei pensatori occidentali. Del resto, è proprio con questa fondamentale nozione che i Cynic aprono il brano, con una mistura di parlato e voce effettata che costituisce un trademark unico del disco e della band.
In Maya's grip illusion transforms verity Perceiving thus a delusive world of duality
Nella stretta di Maya l'illusione trasforma la verità percependo dunque un ingannevole mondo di dualismo
L'ascoltatore attento noterà come l'ultima parola chiave sia proferita da entrambe le voci; del resto, la dualità è fondamentale in questa band, sia nel contrasto tra voce pulita e growl che nella coesistenza di furioso death metal ed ipnotiche strutture jazz fusion. Veil of Maya Balance every joy with a grief Dual scales of Maya Earth's unending law of polarity Ahamkara… Veil of Maya
Velo di Maya Equilibri ogni gioia con una pena Duplici bilance di Maya L'infinita legge di polarità della Terra Ahamkara… velo di Maya
La voce robotica ed eterea, filtrata dal vocoder, scandisce gli attributi di Maya, dell'illusione, cioè quel velo che nasconde le cose come realmente sono e le doppie bilance che scandiscono l'equilibrio dell'esistenza. La Terra è regolata da una legge polare: per ogni cosa, esiste anche il suo contrario; se esiste il vero, deve esserci anche il non-vero che ad esso si oppone e crea quel "gioco di prestigio" (un immagine, questa, comune nella tarda letteratura vedica ed anche nel buddismo Mahāyāna, una delle due più importanti diramazioni di questa filosofia) di cui i comuni mortali sono passivi spettatori. In seguito, si fa riferimento ad un nuovo e interessante concetto: Ahaṃkāra è un termine sanscrito che si riferisce all'ego ed all'egoismo. Più nello specifico, designa uno stato mentale entro il quale la persona si pone in una condizione di auto-illusione nella quale il proprio ego viene legato con un oggetto esterno, causando perciò uno sfalsamento dei normali comportamenti, dovuti ad un'alterazione della realtà. I Cynic equiparano in questa sede l'ahamkara al velo di Maya, poiché seppure diversi nella forma, sostanzialmente entrambi oscurano la realtà delle cose. Le due cose sono annunciate sottovoce, sussurrando, come per assecondare la loro natura sottile ed illusoria. Subito dopo, la canzone sfuma in una sezione esotica e di grande atmosfera, dove si viaggia accompagnati dalle chitarre e dal suadente fraseggio del basso fretless.
Illusion works impenetrable Weaving webs innumerable Her gay pictures never fail Crowd each other veil on veil Maya subjects you Charmer who will be believed By man who thirsts to be deceived
L'illusione opera impenetrabile Tessendo innumerevoli ragnatele Le sue gaie immagini non falliscono mai Si ammassano l'una sull'altra, velo su velo Maya ti assoggetta Ammaliatrice che sarà creduta Dall'uomo che ha sete di essere ingannato
In questa strofa, la band si concentra sull'operato concreto di Maya, la quale tesse complesse ragnatele formate da infiniti strati di immagini felici, per attirare l'essere umano in una rete in cui egli non si accorge neppure di essere caduto in trappola. L'uomo comune vuole essere ingannato, poiché teme la realtà in sé, ed è da questo desiderio profondo che Maya trae tutta la sua forza. Nella filosofia Advaita Vedanta, Maya avvolge le persone impedendo loro di percepire Brahman, la "realtà oltre il mondo" che "non può essere definita". Secondo differenti membri della stessa scuola filosofica, Maya e Brahman sono due facce della stessa medaglia: la prima rappresenterebbe la manifestazione del mondo, mentre Brahman la sua causa primigenia. Maya e Brahman insieme formerebbero l'intero universo, sulla base di concetti espressi nelle Upanishad. Musicalmente, i primi cinque versi si mantengono sulla stessa atmosfera orientale, con vocoder e voce pulita stratificate proprio come le ragnatele tessute da Maya in una progressione mesmerizzante, mentre il ritorno al growl ed al death metal segna la denuncia della debolezza dell'uomo che vuole assoggettare sé stesso alle illusioni ed agli inganni del mondo sensibile.
Veil of Maya Chops and divides God's dream thoughts The great divider As we be subject to likes and disgust
Il velo di Maya Taglia a pezzi e divide i pensieri-sogno di Dio Il grande separatore Mentre noi siamo soggetti a preferenze e disgusto
Questi ultimi versi sono più difficili da interpretare. Nel Sikhismo emerge l'idea che il mondo sia contemporaneamente reale e transitorio. La sola realtà concreta è Dio, ed unicamente in Dio esistono esseri animati ed oggetti inanimati. Può anche darsi che ciò si riallacci alla succitata visione dell'universo degli adepti della Advaita Vedanta e che quindi l'esperienza del mondo che noi viviamo sia causata da Brahman. L'ultima frase deve ancora particolarmente al Sikhismo, dove percezioni come apprezzamento o meno delle cose terrene sono conseguenza dei cinque vizi che intrappolano l'uomo nel mondo: lussuria, rabbia, avarizia, attaccamento al materiale ed egoismo (Ahamkara). Maya si serve di questi cinque vizi per illudere l'uomo della realtà del piano materiale, ed infatti l'obiettivo di questa filosofia è superare i cinque vizi per giungere all'illuminazione. La struttura musicale è identica a quella adottata all'inizio del brano, mentre si passa poi ad un assolo virtuosistico che fluisce senza soluzione di continuità nei versi:
Maya subjects you Charmer who will be believed By man who thirsts to be deceived
In conclusione, si ritorna al primo chorus, ripetuto per sottolineare la fondamentale dualità che si accompagna a Maya. Un'outro tranquilla e finemente tecnica ci accompagna negli ultimi secondi, con un parziale fade out che conferisce un'ennesima nota fumosa alla conclusione di questo splendido brano.
Anche nel loro brano più "accessibile" liricamente, i Cynic rimangono un'entità complessa e molto difficile da comprendere appieno. Nel corso dell'articolo non sono stati forniti altro che piccoli spunti di riflessione su un tema che è sì noto, in certa misura, al mondo occidentale, ma che affonda le sue radici nella sterminata rete di testi ed ideologie orientali a cui i floridiano sono tanto devoti. Per rimanere in tema, questa non è altro che la superficie , il velo, uno solo degli innumerevoli strati che ricoprono la "verità". Se rimanere qui o scendere in profondità, la scelta è unicamente vostra. Prendete la vostra copia di Focus, eliminate ogni altra distrazione e viaggiate in questi mondi misteriosi ; può darsi che ogni volta arriviate sempre più vicini alla visione dell'insieme
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