I Moonsorrow sono da sempre stati una band fortemente legata alla propria patria, la Finlandia. Questa caratteristica si è espressa non solo nella scelta, mantenuta costante durante tutte le tappe della propria discografia, di scrivere testi interamente in finlandese, ma anche nelle tematiche tradizionali frequentemente trattate all’interno dei loro brani. Certamente meglio preparati di alcuni altri colleghi finnici attivi nella scena metal, i Moonsorrow hanno spesso preso in esame vicende e personaggi dell’epopea nazionale finlandese, il Kalevala, regalando al proprio pubblico delle proprie personali ed epiche interpretazioni, messe in musica. Questo è certamente uno degli esperimenti meglio riusciti...
UKKOSENJUMALAN POIKA Ukkosenjumalan Poika è stato e rimane uno dei brani più facilmente riconoscibili all’interno della discografia dei Moonsorrow. Le sue lunghe cavalcate strumentali, l’ululato iniziale del lupo, il grido di Ville Sorvali che squarcia l’intro della traccia, impossibile non distinguerlo tra mille altre canzoni dei bellicosi finnici. Qualcuno si è mai chiesto, tuttavia, quale sia il significato profondo di questo complesso pezzo?
Questo per alcuni impronunciabile brano, va analizzato fin dal suo titolo. In italiano, molti lo avranno letto riportato come “Il figlio del dio del tuono”. Una traduzione, questa, che rende giustizia al titolo solo a metà. Più che del dio del tuono, infatti, si parla del dio Ukko, equivalente finlandese del dio del tuono scandinavo Thor, tanto da condividere con esso la simbologia del martello (anche se, in questo caso, esso prende il nome di Ukonvasara e non di Mjölnir). Come il celebre ‘collega’ nordico, anche Ukko era considerato non solo come il dio dei tuoni e fulmini, ma come divinità suprema, superiore a tutti gli altri dei. Una figura talmente importante che, nonostante la sua venerazione sia andata perduta nei secoli, nella lingua finlandese attuale, molti sono i riferimenti popolari ancora oggi utilizzati che chiamano in causa questo ‘grande vecchio’. Ciò considerato, molto sarebbe lecito aspettarsi da suo figlio: che lo aspettino imprese epiche? Grandi trionfi? Scontri all’ultimo sangue? I Moonsorrow ci forniscono la loro versione, dove a tutte queste brillanti aspettative si oppone un’amara realtà. Fin esordi del brano, infatti, il figlio del dio del tuono (che durante la traccia rimarrà senza nome, ma a cui altre fonti finlandesi danno il nome di Rutja), giovane e spavaldo, si caratterizza, più che per la forza fisica o la profonda saggezza, per una grande impazienza. Ricalcando le vicende di miti a noi geograficamente più vicini, come quelli di Fetonte e Icaro, egli infatti è stanco di restare solo una figura nell’ombra, bramando invece di poter finalmente avere anch’egli il grande potere del ben più celebre padre. La sua sfida ha così inizio.
Kun toinen salama maahan löi, hän tointui unestaan. Tahtoi hän kokea voimiaan, ne liian heikoiks' osoittain. Aikuistua saanut vielä ei, ei hallita ukkosta. Oli pojan ensin nöyrryttävä, opittava jumalain mahti
Quando il secondo fulmine colpì la terra, Egli si risvegliò dal sonno. Egli voleva sentire il potere, ma era troppo debole per dimostrarlo Non ha ancora raggiunto la maturità, non ha il controllo sui tuoni All’inizio si era umiliato, per apprendere il potere degli dei
Ma, come tutti i giovani più o meno divini, anch’egli passa ben presto dalle parole ai fatti, andando di nascosto ad afferrare un fulmine, con l’intenzione di dimostrare a tutti gli dei come, seppur privo di una formazione adeguata e dell’esperienza necessaria, il figlio possa fare molto meglio del padre.
Nyt tunteensa sai, tarttui salamaan, halki taivaiden viha kaikui!
Ora ha sentito il suo tocco, ha afferrato il fulmine, Attraverso i cieli, riecheggiava l’odio
Che questa scelta non possa portare a nulla di buono, lo sanno anche i Moonsorrow che, dopo un lungo stacco strumentale, dall’atmosfera eroica, rabbiosa e ricca di suspense, ci descrivono il lento ma inevitabile declino del figlio di Ukko, certamente non in grado di portare a termine la sua bravata senza pagarne conseguenze. Egli infatti tenta di imitare le gesta del celebre genitore, ma le forze gli mancano e ben presto soccombe al grande potere di quei fulmini di cui tanto aveva desiderato poter servirsi.
Nuorukainen pilven päällä ratsastaa. Liian nuori salamoita kantamaan. Kulkee yksin kunnian polkuaan. Voimattomuus taitonsa musertaa.
Il giovane cavalca sopra la nuvola. Troppo giovane per portare i fulmini. Solo, avanza lungo il suo cammino dell’onore (ma) la debolezza della sua abilità lo travolge
La rabbia di Ukko, alla vista di cosa il suo amato figlio ha tentato di portare a termine, è grande. Egli si sente tradito da una delle persone che ha più care. La cavalcata di riffing e i violenti vocals del frontman Ville Sorvali danno la giusta carica al finale del brano, in cui Ukko, in preda all’ira, prende la pesante decisione di esiliare il figlio dai cieli in cui risiede, in quanto il suo eccesso di orgoglio e di presunzione non lo rendono più meritevole di essere il figlio della più importante divinità esistente.
Hän liikaa uhosi - kirouksen ansaitsi. Nyt tunteensa sai, tarttui salamaan, halki taivaiden viha kaikui! Häväisten hänet karkoitettiin, pois pilviltä isänsä.
Egli si vantò troppo – si meritò una punizione Ora ha sentito il suo tocco, ha afferrato il fulmine, Attraverso i cieli, riecheggiava l’odio In disgrazia, venne esiliato, lontano dalle nuvole di suo padre
Una fine senz’altro ingloriosa, per il figlio del dio del tuono, che paga pesantemente lo scotto di una bravata sciocca e senza senso. Di lui i Moonsorrow non lasciano presagire più nulla, come se di lui fosse definitivamente calato il sipario, senza alcuna possibilità di redenzione. Un finale lontano anni luce da quello proposto invece da un noto scrittore finlandese contemporaneo Arto Paasilinna che, nel suo omonimo romanzo Ukkosenjumalan Poika, interpreta l’uscita di Rutja dai cieli in maniera più ironica e senz’altro positiva. Egli, infatti, sarebbe stato inviato da Ukko stesso sulla Terra, alla maniera di moderno Messia, per fare in modo che i moderni finnici credano nuovamente nelle antiche divinità, la cui memoria in via di definitivo affievolimento allarma gli dei stessi. Rutja vedrà il proprio corpo divino scambiato con quello dell’agricoltore Sampsa Ronkainen e avrà a che fare con il bello e il brutto della vita moderna, impegnandosi con tutte le sue forze al raggiungimento del suo scopo. Se i Moonsorrow si siano liberamente ispirati a questa storia, rendendola più cupa e negativa per adattarla ad un pubblico metal, non è dato sapere. Ma ci si può sempre perdere in questa storia, nell’attesa che Sorvali e soci diano un eventuale seguito alle vicende dell'ingenuo e sfrontato Ukkosenjumalan Poika.
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