Chiunque abbia mai voluto andare oltre l’aspetto meramente tecnico della creatura a marchio Summoning, indagando sui loro testi, così come chiunque abbia invece notato i molteplici riferimenti e collegamenti, grazie a una buona conoscenza pregressa in merito, una volta ascoltato quanto portato alle stampe dal duo viennese, si è certamente accorto come questo peculiarissimo progetto austriaco non esuli mai dall’intrecciare la propria proposta musicale con il famosissimo scrittore J.R.R. Tolkien e i personaggi da lui creati, così come i mondi da lui illustrati nei suoi popolari libri. Tuttavia, nel caso di Mirdautas Vras, Protector e Silenius sembrano voler andar oltre, optando per un testo che utilizzi il linguaggio nero creato da Sauron…
MIRDAUTAS VRAS
Mirdautas Vras rappresenta dunque una gemma più unica che rara, all’interno della già singolare e sfaccettata discografia dei Summoning. Si tratta difatti della prima volta, al di fuori della trilogia de Il Signore degli Anelli, che il linguaggio nero viene utilizzato in musica, e non a caso. Basti pensare infatti che, pur essendo utilizzato in uno degli elementi forse più noti della trilogia, nella famosa iscrizione presente sull'Unico Anello (i due versi presenti, Un anello per domarli, un anello per trovarli - Un anello per ghermirli e nel buio incatenarli, sono infatti scritti proprio in linguaggio nero -per altro in uno dei suoi pochi esempi come lingua pura, ovvero proprio come creata ed utilizzata da Sauron stesso- trascritti sull’anello le tengwar elfiche, con un’ortografia adattata), la sua complessità e la mancanza di materiali dove figurino scritti nella lingua Nera di Mordor ha reso molto difficile la sua decodificazione e il suo completo impiego perfino al linguista americano David Salo, nonostante il suo incredibile talento gli abbia permesso di espandere il vocabolario e ricostruire la grammatica di molti dei linguaggi costruiti dallo scrittore britannico, quali il Sindarin, proprio in vista della resa cinematografica dell’opera tolkeniana. Salo, difatti, riuscì solamente a creare due brevi frasi utilizzando tale linguaggio (Gu kibum kelkum-ishi, burzum-ishi. Akha-gum-ishi ashi gurum), aggiungendo per altro termini da lui stesso inventati. Ciò non deve tuttavia sorprendere: tale lingua fu creata deliberatamente come idioma agglutinante brutto e sgradevole da utilizzare, intricato nella forma (studiosi lo hanno paragonato ai linguaggi in uso nell’antichità da popoli mesopotamici quali gli antichi Ittiti e Hurriti) e impregnato dalla Magia Oscura di Sauron, fattore che ne giustifica il mancato utilizzo da parte delle forze del bene (in particolare dagli Elfi) e, in un contesto più ampio, la sua larga assenza e frammentarietà nelle opere di Tolkien. Pertanto, appare evidente come anche quello utilizzato da Protector e Silenius (coadiuvati nell’impresa da Stefan Huber) è una sorta di pseudo Black Speech (o, volendo optare per un termine già in uso, di neo linguaggio nero), data la ristrettezza di fonti.
Ma entriamo nel merito di Mirdautas Vras: terzo brano di Oath Bound (2006), album capace di colpire nel segno fin da subito, esordiendo con un’opener malvagia che cita la maledizione di Morgoth contro Húrin e la sua famiglia, la traccia colpisce fin dal primo ascolto per il suono della lingua Nera di Mordor, dura e fastidiosa, proprio come d’altronde la si poteva immaginare.
Brus-kuluz taurzur bûrzu tiil-ob Hush-ob dhurum agh ufum dhurum Tor Vautu brus-troguz Urgai-u gukh dûmp agh tiimor
Ultimamente, i miei sogni sono stati oscuri di dubbio e paura segreti Sono passati mille anni per deporre la sventura e il terrore
Il protagonista delle riflessioni contenute nel testo non ci viene mai esplicitamente rivelato, ma fin da subito è facile comprendere come si tratti proprio di Sauron stesso, che in questo caso tuttavia con tutta probabilità non è il Signore degli Anelli dell’omonima opera letteraria, bensì il servo e allievo di Morgoth de Il Silmarillion, a cui l’intero lotto di brani contenuti in Oath Bound fa continui ed espliciti riferimenti, fin dal titolo (ad essere ‘legato al giuramento’ è infatti l’elfo Fëanor, che assieme ai sette figli pronunciò un solenne e mortale impegno), con particolare attenzione al Quenta Silmarillion.
Talaan-u rûk-ir tor urûk Nauru-ir agh kragoru nûrsu grishûrz Nork-ulu furtun agh goth Mordor-ob bot-tuk
Verso nord, cavalcano migliaia di orchi sul dorso di lupi dalle gigantesche zanne insanguinate Conducono l’assalto e il potere di Mordor attraverso il mondo
Pur non potendo ancora godere dell’ampio e terrificante potere così ben conosciuto dal pubblico di lettori e spettatori tolkeniani, Sauron non sembra voler limitare la propria malvagità e la propria sete di vittoria: eccolo quindi auspicare che gli Orchi, a cavallo dei temuti, selvaggi e crudeli lupi mannari Warg, diffondano e pieghino senza pietà il resto dell’Arda al regno di Mordor.
Ghaash agh akûl - Nazgûl skoiz Mirdautas vras! Karn ghaamp agh nût Shaut Manwë quiinubat gukh
Fuoco e ghiaccio - volano i Nazgûl È un buon giorno per uccidere! la Terra e il cielo sono rossi anche Manwë si inchinerà
Anche i Nazgûl, terribili servitori di Sauron, non si tirano indietro: sembra il perfetto giorno per una carneficina in grado di espandere il dominio della sua terra. Che stia per giungere la fine anche per il potente Signore dei Valar, Manwë?
Mirdautas Vras rappresenta dunque, se fosse necessaria, l’ennesima prova dell’interesse profondo e della dedizione verso Tolkien di casa Summoning, da sempre fil rouge all’interno della loro produzione, oramai più che ventennale, nonché ulteriore ragione per giustificare l’inatteso, ma comprensibile, lungo intervallo di silenzio che ha diviso il precedente Let Mortal Heroes Sing Your Fame da questo Oath Bound. Certamente un intrigante e distintivo punto di partenza, per coloro i quali vogliano iniziare proprio da questo capitolo, la loro avventura all’interno della discografia degli austriaci.
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