PRIMA DI… Musicalmente omnipresenti, scenicamente impareggiabili, sperimentano un’evoluzione progressivamente volta alla sperimentazione… Ma che dicono questi qui però? Ed ecco che prendendo ad esame uno dei testi più significativi dei Behemoth per carpire quelle che sono sfumature solitamente ignorate dalla stragrande maggioranza delle persone. I testi dei quattro polacchi non sono di semplice comprensione, non sono assolutamente scontanti e possono risultare incomprensibili a chi non ha una base culturale degna di supportare le tematiche trattate. La cosa che fa più ridere è vedere ai concerti la gente che muove la bocca mentre recita un ipotetico rosario, non sapendo di cosa si stia parlando. Per dare una spiegazione del tutto ho scelto di raccontarvi la title-track dell’album di rottura, quell’album che avrebbe portato ad un ulteriore passo in avanti, verso l’opera magna chiamata Demigod.
ZOS KIA CULTUS Vorrei partire con la dicitura a lato del testo all’interno del Booklet originale, dove con parole sue Nergal offre una sintetica visione del tutto: "Zok Kia Cultus sono termini coniati da Austin Osman Spare (1886-1956) al fine di denotare i fenomeni ed i noumeni dell’esistenza. Il culto di per sé fu creato da Spare e Kenneth Grant all’incirca nel 192 al fine di esplorare l’universo magico attraverso i significati delle arti visive".
Concentrandoci sull’aspetto lirico-musicale, il piatto propone molti spunti. Innanzitutto l’apertura è donataci da una rullata di tamburi in tipico stile militare, la chitarra arriva a supporto qualche secondo dopo, un’entrata in guerra e l’urlo di battaglia puntano dritto verso quello che è il riff principale dell’intera canzone. La voce qui è ancora grezza, non come nei successivi episodi discografici dove sovra-incisioni rischiarono di plastificare il tutto. Uno dei motivi da sottolineare infatti è la volontà di mantenere la veridicità del cantato per poter riproporre in sede live l’intera esecuzione senza cori o distorsioni di qualsiasi genere.
Praise to thee - Sabbath Goat Rising from the smoke Entheogenic god Dwelt in betweeness In quadriga sexualis Thou art mystery unveiled
On the sun we fed Worshiped spirit in matter descended Through the mists ov the highest mountains led Out ov darkness ov ignorance Into the light ov reality
Touch and say: "This is the flesh and blood ov mine" Look: Atmospheric "I": Blessed be who have seen
Lode a te capra sabbatica Alzandoti dal fumo Dio eterogeneo Abiti al centro del tutto Nella quadriga della sessualità Tu sei il mistero svelato
Noi ci nutriamo del sole Adorato spirito disceso in forma materica Attraverso le nebbie delle montagne più alte ci hai portato Fuori dall’oscurità di questa ignoranza Dentro la luce della realtà
Tocca e dimmi "Queste sono la mia carne e il mio sangue" Guarda: L’ Io atmosferico Benedetti saranno coloro che hanno visto
Come il Baphomet rappresentato in copertina (si può notare come il tutto sia stato creato fotografando a torso nudo Nergal in due pose; sovrapponendo il tutto, infatti, i tatuaggi sulle spalle non mentono; abile gioco ma discutibile se visto in sede prettamente grafica), il simbolo satanico per eccellenza emerge dal "fumo" che in questo caso rappresenta l’inferno, le braci sempiterne. Arriva con una quadriga al cospetto di tutti noi e dona luce ai misteri del mondo. La quadriga può anche essere riferita alla prostituta di Babilonia (Ishtar) il cui carro è trainato da un mostro a sette teste, tanti quanti i monti su cui lei risiede. Viene chiamato Dio eterogeneo, dunque di differente qualità se paragonato alla media umana. Compare alle menti illuminate donando loro luce, si distacca dall’ignoranza e dall’oscurità che la gente comune non può percepire. Cresce all’interno delle menti illuminate e prende coscienza di se stesso, parlando a se stesso: "Questa è la mia carne, questo il mio sangue". I fedeli al verbo satanico, coloro che avranno intenzioni di conoscere l’ignoto, saranno glorificati e benedetti dal caprone in persona
Fools in the slime Their world shrills with fear Kali Yuga: shells ov qliphoth manifest Decline!
Beyond the dead words Going across the gnostic waste Drifting in infinite experience From Nowhere to Nowhere In the dreams ov eld heard we atavistic chant: Zos Kia Cultus: Nagual-Hoor-Lam Certainty, not faith Instinct, desire, and will! Naught in all, all in naught
Stupidi nel fango Il loro mondo strilla di paura Kali Yuga: Le conchiglie del Qliphoth manifestano Declino!
Oltre le parole morte Attraversando le spazzature gnostiche Andando alla deriva verso un’esperienza infinita Dal nulla verso il nulla Nei sogni raccontanti dall’anziano, noi cantiamo atavici: Zos Kia Cultus: Nagual-Hoor-Lam Certezza, nessun destino Istinto, desiderio e volontà Il nulla nel tutto, Il tutto nel nulla
Anche se nel primo verso la parola Slime si riferisce più precisamente a poltiglia liquida, liquame, qui il termine fango è più appropriato, poiché fa riferimento alla creazione dell’uomo e della donna all’interno della bibbia. Ancor di più, questa metafora è identificata con le urla strazianti dei credenti che, pieni di paura, cercano salvezza in un mondo di pura fantasia. Ora arriva una delle parti più difficili quanto a comprensione. All’interno delle due strofe risiedono due termini molto importanti, uno dei quali è per l’appunto Zos-Kia, prestiamo attenzione (me compreso).
Il Kali Yuga secondo la tradizione induista è la quarta parte di quattro della suddivisione della evoluzione umana (Yuga: Era). Satya Yuga o Krita Yuga: l'età dell'oro; Treta Yuga: l'età dell'argento; Dvapara Yuga: l'età del bronzo; Kali Yuga: l'attuale età del ferro.
L’epoca oscura così riaffiora, le conchiglie stanno per manifestarsi. Leggendo conchiglie si può fraintendere poiché anche Qliphoth significa conchiglia nel linguaggio metaforico cabalistico. C’è il rischio di una frase disambigua, se tradotta in un linguaggio differente la lettura appare completamente differente. Infatti il Qliphoth all’interno della cabala (Qabalah) è l’albero dei morti che va in contrapposizione con l’albero della vita chiamato Sephiroth; ognuno di questi è formato da sfere dette anche conchiglie. L’uno differisce dall’altro tramite una sola sfera: Sephiroth ha in più la sfera di Daath. Tredici per l’albero della vita e dodici per il suo opposto. Si può dunque evincere che la manifestazione all’interno di un’epoca oscura dell’albero della morte porterà sfaceli e disavventure ai credenti, grazie alla nascita del caprone supremo, in poche parole il declino. Arriva finalmente la parola su cui s’incentra tutto, Zos-Kia, che viene subito dopo la personificazione del sogno dell’anziano. Chi è costui? Austin Osman Spare scrisse nel 1924 il testo dove Zos un dio-diavolo malediceva l’umanità. Egli comparì secondo tradizione attraverso la scrittura automatica da parte di Spare stesso. Questo semi-dio si presentava al mondo con tale anatema: "Immondi avvoltoi! Sui vostri stessi escrementi siete dunque scivolati? Parassiti! Voi che avete reso il mondo abbietto, immaginate di rivestire qualche importanza nei confronti del cielo?"
Zos, la parte oscura proveniente dagli inferi, ha come nemesi Kia che è il principio fondamentale della vita, quello che può essere definito come "Io atmosferico". Questa parte dell’Io è sempre e comunque subordinata a Zos, infatti si manifesta se e soltanto se il primo compare. All’interno dell’uomo dunque nascono due forze che si contrappongono tra loro e sono artificialmente divise a causa della ragione stessa dell’essere umano. La barriera si può oltrepassare solamente tramite una variante sessuale che porta il tutto a compimento con la famosa massima: fai ciò che vuoi, sarà questo la totalità della legge. Amore è legge, amore sotto volontà. Il paragrafo suggerisce che la contrapposizione all’interno di ogni singolo uomo, il fuoco e l’aria sono in costante movimento, solo con l’avvicinarsi di forze oscure si attivano pienamente e l’incertezza regna sovrana nell’anima.
Touch and say: "This is the flesh and blood ov mine" Look: Atmospheric "I": Blessed be who have seen
By the Fire and Force I command thee, spirits ov the deep Thoughts - theriomorphic shades Creep and obey me! Demons - perfected dissolution "In non - atomic fact ov universality" This is my sweet solitude
Tocca e dimmi "Queste sono la mia carne e il mio sangue" Guarda: L’ Io atmosferico Benedetti saranno coloro che hanno visto
Dalla forza e dal fuoco Vi comando spiriti delle profondità Pensieri – Ombre Teriomorfe Strisciate e rispettatemi Demoni: dissoluzione perfezionata "Nell’antiatomico fattore dell’universalità" Questa è la mia dolce solitudine
Nell’ultima parte il ritornello viene riproposto senza nessuna modifica e nel paragrafo finale i demoni e le figure Teriomorfe (Dal greco Therion, bestia e morphe, forma) con l’aspetto da semidei si abbassano alla volontà del Baphomet e la morte sopraggiunge, in solitudine con questa sensazione di dolcezza che è totalmente antitetica con gli argomenti espressi sin’ora.
CONCLUDIAMO Concludo aggiungendo poche parole al testo qui espresso. Dovrei soffermarmi sulla vita di A.O. Spare che probabilmente scrisse l’inno a Zos-Kia come ribellione inconsapevole verso i detrattori che vedevano nei suoi dipinti pochezza e vuoto completo. Potrei raccontarvi del significato del Mercurio che come simbolo cabalistico prende indirettamente in esame il bene e il male qui esposti. Ma sono contento che siate arrivati sino qui e queste ultime parole, che servano a voi da spunto per riflettere se volete su temi differenti, lontani dalle solite routine del metal classico, con un occhio alla vita terrena e al’altro all’essenza spirituale. E la musica? Ascoltare non reca danno, mai quando si parla in note!
Non ho mai visto uomo che non sia già Dio Austin Ospam Speare, Il libro del Piacere
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