Formatisi nel lontano 1992 in quel di Oakland (California) i Machine Head sono considerati, assieme a realtà quali gli Exhorder e i Pantera da Cowboys From Hell in poi (giusto per fare due nomi) fra i principali portavoce del groove metal nel mondo,se escludiamo il quadriennio di parentesi nu-metal 1999-2003 che ha visto la nascita dei due controversi lavori The Burning Red e Supercharger. I testi delle canzoni, frutto del mastermind della band Robb Flynn, trattano per lo più di temi molto cari a tutti i vari sottogeneri di metal: rabbia, conflitti interiori e ribellione, con riferimenti anche alla religione e alla guerra. Il testo che andiamo a prendere quest'oggi in esame è Locust, tratto dall'ultimo album dei Machine Head Unto the Locust del 2011, album che ancora una volta conferma il sound groove del combo californiano accostando in più delle parti melodiche che vanno ad armonizzare tutto l'insieme.
Iniziamo dal titolo del brano: conosciamo un po' tutti ciò che rappresenta la locusta nell'immaginario collettivo dell'umanità. Sin dall'antichità il nostro simpatico insetto è sempre stato associato all'immagine del portatore di morte e distruzione, dall'epopea di Gilgamesh agli episodi biblici (le famose Piaghe), ed è raffigurato persino nelle monete (stateri) della colonia greca di Metaponto. Inoltre Locusta (o Lucusta) è il nome di una fattucchiera, vissuta durante l'impero romano. Le sue origini sono ignote (forse era una druida celtica) e al suo emporio sul colle Palatino si recarono vari esponenti della nobiltà di Roma, tra cui Messalina, Agrippina Minore e suo figlio Nerone, a chiederle intrugli e pozioni per eliminare le persone scomode, data la sua vasta esperienza in campo erboristico. Una volta caduto Nerone, Locusta fu accusata di aver commesso più di 400 omicidi per avvelenamento, quindi fu torturata e giustiziata pubblicamente: narra la leggenda che per l'esecuzione fu impiegata una giraffa in calore affinché la violentasse, poi fu data in pasto alle belve feroci!
Dopo questo breve excursus passiamo all'analisi del brano. Osservando la prima strofa, introdotta dai corposi riff di Flynn e Demmel:
Sweet caress Grazes my skin It's loveless These hooks sink in Behind an angel's disguise An insect preys Mandibles cut like a knife The reckoning
Dolce carezza Scortica la mia pelle è senza amore Questi uncini affondano Dietro il travestimento di un angelo Un insetto caccia Le mandibole tagliano come un coltello Un regolamento di conti
vi è la descrizione della natura di questa locusta: nonostante l'apparenza innocua (celata sotto una veste angelica) e rassicurante, è un'orrida creatura antropomorfa, un parassita che nasconde uncini e mandibole taglienti come coltelli, sempre alla spasmodica ricerca di una vittima da prosciugare. In effetti questa descrizione non si discosta molto da quella che ci fornisce l'Apocalisse di Giovanni (9, 7-11); Dopo la liberazione dei Quattro Cavalieri e l'apertura dei Sette Sigilli, sette angeli suonano le loro trombe, provocando sette piaghe sulla terra; ecco cosa vede il santo quando suona la quinta tromba: E nella forma le locuste eran simili a cavalli pronti alla guerra; e sulle teste aveano come delle corone simili ad oro e le loro facce eran come facce d’uomini. E aveano dei capelli come capelli di donne, e i denti eran come denti di leoni. E aveano degli usberghi come usberghi di ferro; e il rumore delle loro ali era come il rumore di carri, tirati da molti cavalli correnti alla battaglia. E aveano delle code come quelle degli scorpioni, e degli aculei; e nelle code stava il loro potere di danneggiare gli uomini per cinque mesi. E aveano come re sopra di loro l’angelo dell’abisso, il cui nome in ebraico è Abaddon, e in greco Apollion. Ora passiamo al ritornello, diviso in due strofe:
Forming clouds Their shadow shrouds Louder the tattered wings they sound Descending
In forma di nubi La loro ombra avvolge Sempre più forte suonano le ali lacere Discendendo
Down they come The swarm of locusts Skies above Converge to choke us Feast of souls Consume the harvest Young and old Suffer unto the locust
Giù, arrivano Gli sciami di locuste I cieli al di sopra convergono per soffocarci Banchettano di anime Consumano il raccolto Giovane e vecchio Patiscono al cospetto della Locusta
Nella prima strofa del ritornello viene descritto il comportamento della nostra creatura: si sposta in grossi sciami compatti di campo in campo (tanto da oscurare il cielo) e durante la discesa emette il suo caratteristico frullare d'ali, sempre più forte man mano che si avvicina al suolo, quasi un segnale d'allarme. Nella seconda strofa troviamo invece un altro riferimento biblico: l'episodio dell'Ottava piaga d'Egitto descritto nell'Esodo (10,1-20). Dopo ben sette catastrofi, vedendo che il faraone egizio si ostinava a non voler liberare dalla schiavitù il popolo ebraico e a non riconoscere Dio come grande e onnipotente: Allora l'Eterno disse a Mosè: «Stendi la tua mano sul paese d'Egitto per le locuste, perché salgano a coprire il paese d'Egitto e divorino tutta la vegetazione del paese, tutto quello che la grandine ha lasciato». Allora Mosè stese il suo bastone sul paese d'Egitto; e l'Eterno fece levare un vento orientale sul paese tutto quel giorno e tutta la notte; come venne la mattina, il vento orientale portò le locuste. E le locuste salirono su tutto il paese d'Egitto e si posarono su tutto il territorio d'Egitto in gran quantità. Non c'era mai stato un simile flagello di locuste prima e non ce ne sarà più un altro. Esse coprirono la faccia di tutto il paese, tanto da oscurare la terra; e divorarono tutta la vegetazione del paese e tutti i frutti degli alberi che la grandine aveva lasciato; e non rimase più nulla di verde sugli alberi e sugli arbusti della campagna, per tutto il paese d'Egitto. Arrivato a quel punto il faraone, sgomento, implorò il perdono del Signore, il quale fece levare un fortissimo vento di ponente che spazzò via tutte le locuste e le fece annegare nel Mar Rosso, senza lasciarne una.
Proseguendo nell'analisi, con la seconda strofa:
Surrender These veins are bled Devoured Nothing sacred Strings pull the marionettes See how they dance Upon the winds that beget Our pestilence
Arrenditi Queste vene sono sanguinanti Divorate Niente di sacro I fili muovono le marionette Guarda come danzano Sopra i venti che generano la nostra pestilenza
vediamo l'attacco della nostra locusta che inizia a consumare senza pietà, con voracità, manovrata da qualcuno o qualcosa che la porta ad agire in questo modo, appunto come un burattino in mano al suo burattinaio. Evidente anche qui il parallelismo con le locuste dell'Apocalisse, alle quali viene impartito l'ordine di attaccare gli infedeli per un periodo di tempo limitato: E fu loro detto di non danneggiare l’erba della terra, né alcuna verdura, né albero alcuno, ma soltanto gli uomini che non aveano il suggello di Dio in fronte. E fu loro dato, non di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi; e il tormento che cagionavano era come quello prodotto da uno scorpione quando ferisce un uomo. E in quei giorni gli uomini cercheranno la morte e non la troveranno, e desidereranno di morire, e la morte fuggirà da loro.
Osservando invece i versi seguenti:
Bleeding from my eyes This plague is sent to erase us Bleeding from inside These vermin can't infiltrate us
Sanguinando dai miei occhi Questa piaga è stata mandata per sopprimerci Sanguinando dall’interno Questi parassiti non possono violarci
Faith appears and holds a candle Hark the angels sing
La fede appare e stringe una candela udite gli angeli cantare
Notiamo tramite un'immagine cruenta, che la nostra vittima è ormai allo stremo delle forze, le sue energie sono state succhiate da questi parassiti, che tuttavia non potranno mai ucciderla perché non è nel loro intento. All'improvviso vi è un'epifania: un essere celestiale che regge una candela, un monito a non perdere la speranza nei momenti più bui poiché essa sarà la nostra luce per andare avanti nel nostro cammino. Dopo l'invito ad ascoltare gli angeli possiamo sentire le due chitarre di Demmel e Flynn che si alternano tra di loro: il primo utilizza dei toni lenti e melodici, mentre il secondo al contrario risulta più oscuro e incalzante, rendendo l'idea della lotta tra le forze del bene e quelle del male.
Al culmine di questo confronto, ecco il nuovo ritornello
Forming clouds Their shadow shrouds Louder the tattered wings they sound
In forma di nubi La loro ombra avvolge Sempre più forte suonano le ali lacere
Tear the veil The lies derail Purity ever will prevail Trumpets sound The shattered crown Halos of truth now they surround The charade comes down
Strappa il velo Le menzogne deragliano La purezza prevarrà per sempre Le trombe risuonano La corona infranta Aure di verità ora loro circondano La farsa crolla
Con il dualismo bene/male e la conseguente vittoria del primo arriviamo alla fine del testo: le trombe squillano per annunciare la vittoria, le locuste soccombono e battono in ritirata. Con la ripetizione della seconda strofa del ritornello e un breakdown ci viene resa l'idea della ritirata: le nostre bestiole saranno state sconfitte definitivamente o sono soltanto andate via a cercare una nuova vittima? Non è dato saperlo... E lasciandoci con questo interrogativo si conclude la canzone.
Arrivati alla fine viene ovviamente spontaneo chiedersi: qual è il messaggio che l'autore ci vuole comunicare con questa canzone? E' presto detto: Phil Demmel e Robb Flynn hanno spiegato che la locusta è la metafora di esperienze personali avute a contatto con quel genere di persone che entrano nella vita di qualcuno, ispirando fiducia e sicurezza, ma in realtà si rivelano meschine e approfittatrici; in questo modo esse si rifanno sulla bontà del malcapitato, che sarà vessato emotivamente fino a quando sarà scoperto l'inganno. A quel punto questi esseri subdoli saranno costretti a ritirarsi altrove per compiere una nuova “strage”. Per cui, concludendo, Locust è un piccolo grande insegnamento per noi ascoltatori: non bisogna mai fidarsi a primo acchito delle persone che abbiamo davanti. Può sembrare un avvertimento scontato ma questo tipo di persona si nasconde ovunque: può essere il nostro capo, il nostro collega o addirittura il/la nostro/a partner; alle volte uscire fuori da queste situazioni può risultare parecchio difficile (se non impossibile), basti pensare, ahimé, ai vari casi di cronaca su stalking, mobbing e violenze psicologiche che al giorno d'oggi avvengono con maggiore frequenza di quanto avveniva in passato e talvolta portano addirittura alla morte.
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