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CRYPTIC WRITINGS - #81 - Yes Sir, I Will - Crass (Seconda Parte)
14/03/2020 (2431 letture)
3. THERE IS NO AUTHORITY BUT YOURSELF.
Svuotato di un peso e di una rabbia che fino ad allora non avevano trovato un vero e proprio sfogo e convinto di aver scritto un importante pamphlet rivoluzionario con un obiettivo preciso, Penny Rimbaud riunì il resto del gruppo e propose di lavorare ad un nuovo disco usando il suo scritto come base per imbastire la musica. L’idea venne accolta subito con entusiasmo e così i Crass si misero a lavorare ai Southern Studios di Londra per concretizzare il loro nuovo proclama rivoluzionario. La prima condizione che Rimbaud pose agli altri fu quella di non comporre con i clichés del punk rock che già erano stati sfruttati ampiamente sugli album precedenti, bensì con un approccio derivante dal free jazz, basato sull’improvvisazione totale scevra da preconcetti e studi. Se per comporre e registrare Christ – The Album servirono parecchi mesi, per Yes Sir, I Will servirono quarantacinque minuti. Una take unica, buona la prima, il succo di anni di rabbia, odio e musica concentrati in un unico, lunghissimo brano che andava totalmente in controtendenza non solo con il movimento punk, ma anche con la formula compositiva introdotta e concretizzata dagli stessi Crass fino a quel momento.

Era il marzo del 1983 quando Yes Sir, I Will venne dato alle stampe e nel frattempo la corsa alle elezioni in Inghilterra era nel pieno del proprio svolgimento; l’album venne rilasciato proprio nel momento in cui il Partito Laburista, da sempre compagno nelle battaglie dell’opposizione, fece un clamoroso passo indietro sulla propria posizione antinucleare e così facendo mandò in frantumi in un sol colpo l’intero Movimento Pacifista. I Crass erano rimasti definitivamente soli? L’album rispondeva anche a questo quesito poiché il messaggio più forte del disco era quello contenuto alla fine: non esiste alcuna autorità all’infuori di noi stessi. Una presa di posizione individualista radicale, che in un colpo solo affermava la potenza del singolo come unico giudice e testimone delle proprie azioni e contemporaneamente spronava chiunque ad alzarsi e ad agire per il proprio bene e per la propria libertà individuale.
Yes Sir, I Will è il disco più difficile dei Crass, eppure è quello di sicuro più “crassiano” della loro discografia, stando anche alle parole dello stesso Rimbaud. Il titolo deriva da un fatto di cronaca che venne riportato sui maggiori quotidiani inglesi alla fine della guerra delle Falkland: un soldato inglese orribilmente mutilato da gravi ustioni, al ritorno dalla guerra, venne fermato da Carlo, Principe del Galles, che gli disse: “Guarisci presto”; il soldato – molto probabilmente l’ora veterano Simon Weston – rispose: “Sì signore, lo farò”. Quello stralcio di conversazione, riportato sui quotidiani e sulla televisione nazionale, scatenò la creatività di Rimbaud, che prese la figura di Weston come un modello per cui bisognava provare compassione. Il famoso poster che venne inserito all’interno dell’album raffigura proprio il momento dell’incontro tra il Principe Carlo e Simon Weston, in tutta la propria mostruosità, non solo fisica. Venne inserito anche uno stralcio di un articolo scritto da Rimbaud nel ‘77, intitolato The Pig's Head Controversy e pubblicato sull’International Anthem, un giornale autogestito dagli stessi Crass. Il contenuto potenzialmente pericoloso era tantissimo.

L’unico brano che compone il disco è idealmente diviso in sette movimenti a loro volta titolati, con i primi sei che hanno una durata tutto sommato contenuta e l’ultimo, Taking Sides, che invece supera i venti minuti. L’esperienza di ascolto di Yes Sir, I Will è a tratti estenuante, qualcuno la definirebbe addirittura frustrante, per non dire peggio; il flusso di pensieri di Rimbaud viene letteralmente vomitato senza sosta dalle voci di Steve Ignorant, Joy De Vivre, Eve Libertine e dello stesso Penny Rimbaud e la musica, se la si può ancora definire tale, segue inesorabile il vortice tempestoso imbastito dalle liriche. Si può parlare benissimo di noise, si potrebbe avanzare la pretesa di chiamarla avanguardia, ma quella i Crass avevano già dimostrata di conoscerla sul loro album di debutto (They’ve Got A Bomb citava apertamente 4:33 di John Cage) e in questo caso la definizione è parecchio rischiosa. Quello che si ascolta su questo disco è istinto puro, incontrollato ed incontrollabile e perciò impossibile da replicare; l’anarchia non era mai stata messa in musica più chiaramente di così. Sarebbe stata l’ultima volta in cui la band avrebbe registrato insieme, ma questa era destinata a lasciare il segno.
Ma ci sono momenti del brano che vale la pena analizzare meglio: l’introduzione parlata che apre il primo movimento, scritta e recitata da Gee Vaucher, la mente dietro la componente visuale di tutti i lavori dei Crass, accoglie l’ascoltatore con l’inquietudine di chi è consapevole che di lì a breve si scatenerà una tempesta; e questo puntualmente avviene. L’assalto strumentale è brutale, con gli strumenti che sono quasi totalmente privati del loro suono originario e solamente la batteria marziale di Rimbaud ci ricorda che stiamo ascoltando un brano musicale. Le chitarre sono abrasive e producono rumori difficilmente classificabili come note, mentre le voci sono strozzate e vengono portate all’estremo delle proprie capacità per urlare al mondo intero le parole del testo, che inizia a narrare le riflessioni di un ormai maturo Rimbaud, disilluso e arrabbiato col mondo. I primi cinque minuti sconvolgono l’ascoltatore, che poi si ritrova improvvisamente catapultato nella quiete apparentemente rassicurante di Anarchy’s Just Another Word, il secondo movimento dell’opera. Questo piccolo segmento di poco più di due minuti rappresenta un unicum nella musica dei Crass fino a quel punto: appare un pianoforte, suonato dal fido collaboratore Paul Ellis (che nel 1981 aveva interamente composto e suonato l’album Merry Crassmas, sorta di parodia strumentale su alcuni cavalli di battaglia della band, risuonati con arrangiamenti tipicamente “natalizi”), che dipinge una melodia allegra e celestiale, quasi come fosse una filastrocca infantile, che si ripete ciclicamente arricchendosi addirittura di un coro! La voce sommessa e cupa qui è quella di Rimbaud e i toni si fanno più riflessivi, il testo si concentra sul significato del termine e del concetto di anarchia, ormai distorto anche dai compagni degli stessi Crass. Un brano questo, che se tolto dal contesto, potrebbe funzionare benissimo da solo, avendo un potenziale pop non indifferente.

Smiling and socialising.
Endless philosophising. What did you know? What did you care?
What did you know? What did you care?
Surface agreements, statements of fact, trying to prove we can do it,
But sometimes when I'm alone like this I wonder just who can see through it.


Sorridere e socializzare.
Filosofeggiare senza sosta. Che cosa sapevi? Che ti importava?
Che cosa sapevi? Che ti importava?
Accordi superficiali, dichiarazioni di fatto, cercando di dimostrare che possiamo farlo,
Ma a volte quando sono così solo mi chiedo chi può vederlo.


Ma la pace lascia ben presto nuovamente spazio al rumore, canalizzato in un’accezione memore dei fasti punk del gruppo nel quarto movimento The Five Knuckle Shuffle, guidato da uno Steve Ignorant in grande spolvero che firma anche il testo. L’unico spiraglio che collega i Crass al proprio passato si ha in questi rapidissimi due minuti che compongono forse il brano più classicamente punk mai scritto dai nostri, un’invettiva a suon di domande indirette che non risparmiano nessuno, dal medico al barista, dall’esercito al governo. Ignorant si chiede quali sarebbero i risultati di un modello anarchico applicato realmente alla società inglese.
Man mano che il brano procede gli attacchi frontali diventano sempre più diretti, con la religione ad occupare un posto di spicco. Quella di Penny Rimbaud più che rabbia è una delusione cocente verso un Cristo che viene stilizzato come un simbolo di emulazione, ma in realtà rappresenta solo la passività del popolo inglese, incapace di reagire contro i soprusi del governo thatcheriano, che continua a mietere vittime calpestando ogni genere di diritto civile. La blasfemia, costante nei testi dei Crass (basti pensare alla celebre Reality Asylum, che causò al gruppo innumerevoli problemi a causa del testo scabroso e fortemente anticristiano, nel 1978), risulta quindi una provocazione necessaria per far svegliare tutti quei benpensanti che rimangono impassibili di fronte al crocefisso, visto come liberazione da ogni difficoltà. Per Rimbaud la realtà non è questa ed egli ci tiene a ribadirlo con parole esplicite ed inequivocabili: sotto l’occhio vigile della divinità si consumano le più indicibili tragedie umane e non sarà la Fede a risolvere le ingiustizie del mondo. In Taking Sides, l’ultimo movimento dell’album, questa dichiarazione diventa estremamente chiara.

Every minute of the day millions upon million of pounds
Are spent on the machinery of war.
If only a half of that was spent on the machinery of peace
There would be no more starvation on this planet.
Yet governments pay no heed to the cries of suffering
They perhaps make token gestures to appease their consciences
But no real improvements are made
Because to ensure control the superpowers need to maintain the imbalance.


Ogni minuto della giornata milioni e milioni di sterline
Sono spesi per le macchine da guerra.
Se solo metà di ciò fosse speso per le macchine della pace
Non ci sarebbe più fame su questo pianeta.
Eppure i governi non prestano attenzione alle grida di sofferenza
Forse fanno gesti simbolici per placare le loro coscienze
Ma non sono stati apportati miglioramenti reali
Perché per garantire il controllo i superpoteri devono mantenere lo squilibrio.


Taking Sides è il momento più intenso dell’opera, liricamente ed anche musicalmente; il basso pulsante di Pete Wright guida le danze, laddove anche la batteria si prende completa libertà per svisare senza termini nel mare di distorsioni costruito dalle chitarre di Phil Free e N.A. Palmer. L’ascolto si fa davvero complesso e nulla diventa semplice arrivati a questo punto. I Crass sganciano la bomba e donano al mondo il proprio caustico proclama politico. Margaret Thatcher viene tacciata di assassinio e cospirazione, poiché non garante della pace sociale, ma solamente causa di guerre e sofferenze, protratte ai danni della classe media inglese e del mondo intero. Ma l’ironia tipica del gruppo non viene dimenticata, anzi essa diventa ancora più amara nel momento in cui viene utilizzata per fare paragoni scomodi, come quello tra la Thatcher e la regina di Francia Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena (1755-1793), divenuta celebre negli anni per la sua ingordigia e lo spregio perpetrato ai danni degli animali.

“Let them eat cake" said Marie Antoinette
As she wiped the calf's blood from her lips.
"Proud to be British" said Margaret Thatcher
As she wiped the Falkland's blood from her hands.


"Lasciateli mangiare la torta" disse Maria Antonietta
Mentre si asciugava il sangue di vitello dalle labbra.
"Orgogliosa di essere Britannica" disse Margaret Thatcher
Mentre si asciugava il sangue delle Falkland dalle sue mani.


Il brano e l’album si chiudono con lo slogan più forte e concreto mai creato dai Crass, destinato a diventare iconico nella rappresentazione degli ideali stessi della band. La musica si fa sempre più rarefatta e rimangono solo degli estenuanti feedback a scolpire un paesaggio scosso dalla battaglia che si è appena svolta. La voce di Eve Libertine chiude in modo stentoreo la narrazione artistica dei nostri, con delle parole che si stampano indelebilmente nella testa e nel cuore di chi ascolta.

You must learn to live with your own conscience,
your own morality,
your own decision,
your own self.
You alone can do it.
There is no authority but yourself.


Devi imparare a vivere con la tua coscienza,
la tua morale,
la tua decisione,
te stesso.
Solo tu puoi farlo.
Non c'è autorità se non te stesso.


I Crass suonarono integralmente Yes Sir, I Will solo una volta, in Islanda, nel 1984. Per Steve Ignorant era pazzia pura, dal momento che eseguire un’opera simile per intero non era di certo facile a livello vocale, ma non la pensava ugualmente Rimbaud. Il caso volle che proprio il batterista stette male prima della partenza per l’Islanda (gli scoppiò un timpano) e così venne reclutato Martin Wilson, allora batterista dei compagni di etichetta – la Crass Records, fondata nel ’79 dagli stessi membri dei CrassFlux Of Pink Indians. Purtroppo non esistono testimonianze di quel concerto (su qualche fanzine e sito online si nomina talvolta una fantomatica registrazione su cassetta, ma non è assolutamente comprovato che esista). Nel 2002 invece Penny Rimbaud ripensò a modo suo l’intera opera, in occasione della presentazione al festival cinematografico inglese Stuff The Jubilee del film dal titolo omonimo girato da Gee Vaucher, remixandola e aggiungendo una sezione di strumenti jazz a cura di Ingrid Laubrock e Julian Siegel, rispettivamente al sax alto e al sax tenore e al contrabbasso e al clarinetto. Questa versione del brano si può ascoltare nella versione di Yes Sir, I Will contenuta nella raccolta Crassical Collection del 2011.

4. THATCHERGATE
Ma alla fine del 1983 tutti si accorsero che la musica da sola non bastava, il messaggio della band doveva essere concreto e chiaro nella maniera più palese; era ormai certo che la Thatcher sarebbe stata rieletta per il suo secondo mandato e la contraddizione che nasceva tra il trasmettere un concetto e il renderlo reale e tangibile rendeva nervosi ed insicuri i membri del gruppo, che venivano spesso accusati di fare propaganda facile e spicciola. Per questo motivo alcuni componenti della band scrissero e pubblicarono Acts Of Love, una raccolta di cinquanta poesie che cercavano di dimostrare come la rabbia dei Crass non nascesse dall’odio, bensì dall’amore e che l’individualismo millantato dal gruppo non fosse bieco e bigotto egocentrismo sociale, ma frutto di una precisa filosofia di vita. Nell’85 queste poesie vennero anche musicate, registrate e pubblicate. Doveva scoppiare ancora qualcosa, un qualcosa di veramente grosso e pericoloso. E Yes Sir, I Will era solo il prodromo.

La Lady di ferro era riuscita a zittire qualunque movimento di protesta in pochissimo tempo e l’aria puzzava tremendamente di nazismo secondo Penny Rimbaud; di colpo venne l’idea ai membri del gruppo di produrre uno dei loro gesti di opposizione, atto a smuovere l’ennesimo caos intorno alla Thatcher e ai suoi affari. Il progetto era quello di creare una finta registrazione di una conversazione telefonica tra il Primo ministro inglese e Ronald Reagan, dove la Thatcher affermava il suo pieno coinvolgimento nell’affondamento del General Belgrano e altre ammissioni di fatti di guerra sui quali era stato imposto l’assoluto silenzio stampa, tra i quali anche il “sacrificio programmato” dell’incrociatore HMS Sheffield, assaltato dagli aerei argentini due giorni dopo l’affondamento del Belgrano (l’incrociatore inglese veniva sfruttato come picchetto radar, per proteggere le navi britanniche, rimanendo così esposto agli attacchi aerei. Il destino infausto dello Sheffield rimane ancora oscuro, ma è condivisa l’idea che dietro la sua distruzione ci fosse un pensiero ben premeditato dalla Thatcher); in più nella registrazione Reagan affermava di aver preso in considerazione la possibilità di inaugurare una guerra nucleare in Europa se fosse stata messa in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti. Inizialmente sarebbe stata Eve Libertine a imitare la voce del Primo ministro, ma nessuno poi sarebbe stato in grado di imitare Reagan. Perciò Pete Wright propose di creare la registrazione artificialmente, incollando tra loro pezzi di nastro tratti da conversazioni e dichiarazioni dei due personaggi politici registrate in precedenza o recuperate da altri mezzi. Ci vollero due mesi, ma poi Wright creò la registrazione, che venne immediatamente spedita in forma anonima a tutti i maggiori quotidiani d’Europa. Ora si doveva solo aspettare la caduta del governo thatcheriano. Ma non avvenne nulla per molti mesi.

Passò circa un anno prima che il nastro fece la propria comparsa in un ufficio del dipartimento di stato americano a Washington. Seguirono smentite ufficiali da parte dei due politici coinvolti dalle registrazioni e lo scandalo ebbe inizio. Com’era possibile che un nastro così evidentemente facile da reputare contraffatto veniva preso invece così seriamente? Inghilterra e Stati Uniti puntarono immediatamente il dito verso il Cremlino, credendo che dietro quest’accusa su nastro ci fosse un’azione spionistica del KGB. Per la prima volta la stampa collegava la Thatcher all’affondamento del General Belgrano e questa era una vittoria per i Crass e di conseguenza per il Movimento Pacifista. Ma la situazione per Rimbaud e i suoi sodali si faceva sempre più tesa: era stato fatto di tutto per evitare che si arrivasse alla fonte primaria del nastro, ovvero la Dial House, ma appena una settimana dopo le dichiarazioni della stampa, arrivò una chiamata nel quartier generale della band da parte dell’Observer, che voleva avere informazioni riguardanti “certi nastri”. Dapprima diffidenti, i Crass decisero di ammettere la propria paternità del nastro e finirono in prima pagina sull’Observer. I pensieri di Rimbaud erano rivolti al rischio concreto che grazie a questa esposizione mediatica tutte le altre azioni sovversive che il gruppo aveva compiuto negli anni venissero a galla. Da quel momento il telefono della Dial House divenne bollente: le interviste fioccavano, le comparsate nelle televisioni nazionali pure; non solo l’Inghilterra, ma anche gli Stati Uniti, la Russia e persino il Giappone si interessarono ai Crass e li invitarono nelle proprie trasmissioni radiofoniche e televisive. La band veniva costantemente interrogata rispetto alle proprie visioni politiche e sociali e riuscì a mantenersi sempre coerente con le proprie visioni anarchiche. I Crass erano diventati, a loro discapito, popolari.
Su quel periodo, Penny Rimbaud si espresse in questo modo nel 1986:

Avevamo raggiunto una specie di potere politico, una nostra voce, eravamo trattati con una certa considerazione e con rispetto. Ma era davvero questo ciò che volevamo? Era davvero questo ciò per cui ci eravamo messi insieme tanto tempo prima? Dopo sette anni di attività eravamo diventati proprio quello che all'inizio volevamo combattere. Avevamo trovato sì una solida base per le nostre idee, ma qualcosa di quelle stesse idee si era come perso per la strada. Dove una volta eravamo generosi ed aperti, ora eravamo cinici e chiusi. Le nostre attività erano sempre state caratterizzate da un certo ottimismo, dall'allegria: ci eravamo progressivamente spinti verso la tristezza, verso una specie di cattiva militanza. Eravamo divenuti amari proprio dove una volta eravamo gioiosi, pessimisti quando era l'ottimismo la nostra causa. In quei sette anni siamo stati costantemente oggetto delle attenzioni più o meno continue dello Stato. Ora eravamo di nuovo nel centro del mirino.

Con una tempestività profetica era arrivato il 1984, profetizzato alla maniera di George Orwell e ancora più infausto di quello narrato nel suo noto romanzo. In Inghilterra vigeva lo stato di polizia, con la Thatcher che proprio in quell’anno varò una legge che rendeva lo sciopero dei lavoratori illegale. Il caso di quell’anno riguardò infatti il celebre sciopero dei minatori, cui i Crass inevitabilmente furono solidali. Culminato nella Battaglia di Orgreave, lo sciopero dei minatori terminò nel sangue e nella repressione. La Thatcher aveva sconfitto definitivamente pure il potere sindacale. Durante l’estate del 1984 i Crass tennero un concerto a sostegno dei minatori del Galles del sud, durante il quale ribadirono la loro volontà di combattere per la libertà, ma una volta tornati a casa tutti i membri si resero conto di essere arrivati a un punto morto, dove non si poteva più proseguire. I concerti della band erano diventati un puro intrattenimento, i movimenti di protesta erano scissi come non mai ed infine la polizia aveva un controllo costante sulla Dial House e la band era spesso portata in tribunale, finendo per essere sottoposta ad un processo che distrusse quasi tutto ciò che essa aveva creato e fece perdere la quasi totalità dei fondi atti a mantenere in vita le attività del proprio quartier generale. Lo sconforto regnava sovrano. N.A. Palmer lasciò il gruppo e in quel momento fu chiaro a chiunque che i Crass erano finiti. Il sogno era finito, relegato al passato.


Fonti:
A/Rivista Anarchica n. 140, ottobre 1986; contiene la presentazione di Best Before ’84 tradotta
Asociación Amigos del Crucero General Belgrano, articolo del 2015
Il diario di Bobby Sands. Storia di un ragazzo irlandese, S. Calamati, 2010
Margaret Thatcher: The Autobiography, 2013
The Story Of Crass, G. Berger, 2006
Yes Sir, I Will (Crassical Collection)Crass, 2011; contiene uno scritto di Penny Rimbaud datato febbraio 2009



Fabio Rasta
Lunedì 6 Aprile 2020, 15.12.47
39
Interessante. Sapevo che i CRASS erano stati una spina nel fianco del british establishment, come un po' tutto il movimento Punk dell'epoca, ma non immaginavo assolutamente che i CRASS fossero arrivati addirittura ad essere nominati in un ordine del giorno della famigerata signora Thatcher. Musicalmente non apprezzo proprio tutto ciò che han fatto, penalizzati anche dalla mia pressoché nulla comprensione dei testi, ma considero IGNORANT, DE VIVRE e la LIBERTINE degli imbattibili interpreti del disagio delle classi povere. Sempre musicalmente parlando, il Punk che considero + "rappresentativo", dovrebbe essere tipo come quello degli ESKORBUTO del grande JUANMA SUAREZ: semplice ed essenziale, duro, rozzo, mai troppo veloce, con melodie "da strada" ma orecchiabili un po' tipo MISFITS ma senza esagerare coi cori. Lontano quindi dalla proposta dei CRASS. Anche io poi adoro la triade EXPLOITED, DISCHARGE e GBH, e nutro affetto particolare x i DK, ma, anche se definirli Punk non è affatto scandaloso, credo che facendo un discorso + tecnico, si possa già parlare di HP, o quantomeno di precursori di quest'ultimo. L'ultima osservazione che vorrei fare, anche alla luce di quanto appreso nel bell'articolo di Alex Cavani, è il fatto che credo che i CRASS siano stati un po' la trasposizione dei collettivi hippies, inizialmente molto Animisti e meno politicizzati, ma rapportati al fenomeno Punk di fine decennio-primi ottanta, e quindi di + forte matrice Anarchica. Basta vedere come vivono oggi alcuni di loro rimasti alla Dial House. Ecco, + che di una Band musicale, secondo me ha + senso parlare di un collettivo, giacché la Musica non doveva servire a vendere dischi, ma soltanto a veicolare un messaggio, come una sorta di volantino di propaganda. Questo volevo dire.
Black Me Out
Venerdì 20 Marzo 2020, 17.10.47
38
Grazie @Silvia per i tuoi complimenti, spero di poter offrire altri contenuti inerenti il punk e vi posso svelare che a fine mese qualcosa arriverà. Del resto ringrazio @No Fun per la precisazione sulla traduzione: in effetti non ho pensato di recuperare l'originale francese e in tutta sincerità non mi sono preoccupato di confermare che fosse corretta, ero più concentrato a tenere i fili della narrazione storica. Ma il tuo commento è prezioso e per questo ti ringrazio.
Silvia
Giovedì 19 Marzo 2020, 16.45.53
37
Ragazzi bellissimo questo spazio, anch’io sono interessata al punk/hc in generale, è una delle mie più grandi passioni e un aspetto molto importante della mia vita, infatti di certe frange condivido non solo la musica ma anche l’attitudine. Purtroppo non ho proprio tempo x commentare in questo periodo e neanche x leggere tutto ma volevo farvi sentire giusto la mia partecipazione 😉. Un saluto a tutti in attesa di tempi migliori e complimenti ad Alex 🤗
er colica (più vecchio e acciaccato)
Giovedì 19 Marzo 2020, 14.48.24
36
no a me non è mai interessato l'aspetto scenico, io dalla musica cerco qualità non creste o capelli strani. Io porto i capelli lunghi perché a me piacciono non perché è metal. Io compro il disco e sento la musica non compro le creste o i ciuffi colorati. La musica conta non la tinta o il gel che ti metti in testa. Ripeto tutti i musicisti o quasi ti direbbero questo compresi quelli che ancora si colorano i capelli tipo un rat o un wattie, ti direbbero cazzo ti piace sta musica? Si ok allora ascoltala e stop pippe mentali!! Questo è veramente punk non farsi le crestine a gallo o scrivere questo è street hardcore oi! crust anarco grindcore super speedcore powerviolencecore e chi più ne ha più ne metta hahah. Ripeto parere mio e quello che dovevo dire sull'argomento l'ho detto. Un saluto.
Area
Giovedì 19 Marzo 2020, 14.34.12
35
@er colica, ti dico la verità a me gasava vedere che un gruppo punk aveva anche un certa immagine sia che fossero crestati o che fossero i misftis per dire, quelli che avevano un abbigliamento più normale li ritenevo musicalmente validi ma super anonimi in foto e dal vivo. Oggi sinceramente me ne frego ma ho anche 15 anni di più rispetto ai primissimi 2000 che ero un adolescente.
er colica (più vecchio e acciaccato)
Giovedì 19 Marzo 2020, 14.23.06
34
* punk metal intese come definizioni scritte logico non come miei gusti per gli ascolti dato che sento molto altro oltre a questi due genere logicamente.
er colica (più vecchio e acciaccato)
Giovedì 19 Marzo 2020, 14.20.27
33
area io non guado creste colorate teste rapate o capelli lunghi, io sento solo la musica. uno per me può suonare hardcore con i capelli fucsia o con le treccine alla snoop dog. Ripeto io non devo fare ne recensioni ne insegnare musica per me le cose rimarranno sempre molto semplici a riguardo punk metal e poco altro, poi sta a chi ascolta capire le influenze e percepire le sfaccettature. cosi si apprezza la musica per me. E come la penso io la pensano molti musicisti perché la musica la senti non la leggi (tranne che per il pentagramma logico hahaha).
Area
Giovedì 19 Marzo 2020, 13.45.04
32
@er colica, Guarda più che altro uno che ne sa poco non le capisce le definizioni... anche dire hardcore é fuorviante perché é facile che capiscano techno hardcore, quindi tantovale dire Punk o HC Punk. Per gli Exploited ribadisco che Death before dishonour é il loro album peggiore e che Massacre alla fine ha si un influenza Metal ed é per quello che é definito Crossover ma é Punk... se poi guardi la foto del gruppo sul retro dove 3 di loro hanno Creste alte un metro e un inequivocabile abbigliamento Punk British beh... non hai dubbi! Quelli sono Punk e fanno Punk.
Area
Giovedì 19 Marzo 2020, 13.39.43
31
@LAMBRUSCORE, ah va bene. Si non siamo pochi qui in realtà, piuttosto é che le recensioni sono poche e se ne parla meno. Il Punk ancora oggi mi piace, anche perché i pezzi non sono lunghi e a meno che non si tratti di Grind (che non mi piace) tutta la roba anche quella più tirata é più ascoltabile del metal estremo per dire. Insomma é una delle poche cose tirate che ancora oggi riesco ancora ad apprezzare. Roba degli 80 e 90 massimo primi 2000 però, non sono aggiornato.
LAMBRUSCORE
Giovedì 19 Marzo 2020, 12.30.09
30
@Area, pensi che io non conosca i gruppi da te citati?? Mi fa piacere che li apprezzi anche tu, vedo che non siamo i soliti 3 o 4 ad amare queste sonorità
er colica (più vecchio e acciaccato)
Giovedì 19 Marzo 2020, 12.21.23
29
io ragiono come ragionano i musicisti, ogni musicista sente la sua musica sua e la usa per esprimere se stesso, se a te iniziassero a dire a tutti i cosi tu sei cosi o tu non sei cosi a te darebbe fastidio? A me molto quindi io ragiono con mente libera da questi schemi. Per i musicisti degli exploited per esempio the massacre è punk anche se è chiaramente influenzato anche dal metal e quindi? Va bene cosi se per loro quel disco è punk ok! Io do importanza alla musica non alla catalogazione forzata. è un mio modo di vedere le cose, e molti musicisti la pensano in questo modo. Nessuno dovrebbe catalogare nessuno tantomeno la musica. Io personalmente quando scrivo uso pochi e semplici termini tra cui metal e hardcore, raramente uso altri termini tipo cose come crust metalcore thrashcore eccetera. Uso solo l'indispensabile per farmi capire e stop. E questa è una cosa che pensano tutti i musicisti o quasi da quelli svedesi agli americani agli inglesi ai giapponesi. è hardcore se poi dentro ci metto il metal o lo suono melodico devi per forza dargli un nome? è musica! ti piace? quello conta il resto è fuffa per me. parere mio poi logicamente.
Area
Giovedì 19 Marzo 2020, 12.08.31
28
@er colica, Ma io non penso che sia così sbagliato la catalogazione... secondo me é stupido l'integralismo ad ogni costo invece. Cioé per dire prendi gli Exploited e poi prendi i Descendents... ok sono entrambi Punk ma sono due modi diversi di farlo, due scuole diverse, due paesi diversi (in questo caso Scozia e la West Coast degli Stati Uniti). Circa l'aneddoto di Wattie... lui era matto come un cavallo e la cosa non mi stupirebbe, su youtube cercati i filmati degli Exploited dell'archivio di Juni Bravo dell'88-89 in giro per gli Stati Uniti ci sono spezzoni di live e backstage. Tra le varie cose vedi Wattie che spacca tutto in una camera di Hotel e delle sequenze di loro nei camerini dopo che un gruppo di Skinhead nazionalisti andò sotto il palco con la b andiera americana costringendoli ad interrompere l'esibizione e scappare. La cosa buffa é che loro sono sempre stati accusati alle volte di essere vicino all'estrema destra e invece cantavano U.S.A che era un pezzo contro il governo Statunitense.... Comunque Death before dishnour é il disco più brutto degli Exploited e anche quello peggio registrato. Meno male che poi fecero Massacre.
Area
Giovedì 19 Marzo 2020, 11.58.21
27
@Black Me Out, bella idea, io sarei interessato a vedere recensito gli album degli Aus Rotten, Caustic Christ, Behind Enemy Lines, primi Total Chaos, Defiance, primi Unseen.... tutti Americani, ma anche roba UK, Americana o Svedese tipo Final Conflict, Mob 47 o Doom. Per quanto riguarda l'Hardcore all'Italiana sarò scontato ma i miei preferiti erano i Raw Power che ok lo fanno in Inglese però sono difatto i leader della scena seppur criticati per questa scelta dalle nostre parti negli anni 80. Degli altri ti direi i Negazione da Little Dreamer in poi, Impact e i Wretched. I Nerorgasmo non sono tra i miei preferiti ma mi piacciono.
er colica (più vecchio e acciaccato)
Giovedì 19 Marzo 2020, 11.50.56
26
@No Fun io credo che ai quei tempi i musicisti punk (ma come tutti in generale) odiassero abbastanza catalogare la loro musica. Poi sono arrivati i giornalisti musicali le riviste (che per carità lode a loro per il lavoro svolto) che spesso tendevano a creare delle categorie per cercare di identificare a tutti i cosi un genere, a volte in modo anche inutile a mio avviso e quindi successivamente si è tutto incasellato: questo è hardcore questo è crustcore questo è crossover questo è proto hardcore questo è oi! street punk questo è skinhead rock questo è anarco crust questo è stenchcore questo è powerviolence. Insomma troppe parole per definire questo tipo di musica. Ora ti racconto un episodio accaduto a wattie degli exploited che lui stesso ha raccontato in un intervista…...era il 1987 e gli expoited avevano appena fatto uscire il loro disco death before dishonor, un tizio si avvicina a wattie dicendogli in tono di scherno: wattie non credi che il vostro ultimo disco sia poco punk e troppo metallaro? Wattie si gira e da una sveglia in faccia al tizio che cade a terra distrutto! A quel punto wattie lo guarda e fa ora questo ti sembra abbastanza punk? Ora sicuramene wattie ha esagerato ma il senso è chiaro, a nessuno piace troppo catalogare in modo eccesivo il tutto, l'importante è la musica.
Area
Giovedì 19 Marzo 2020, 11.44.53
25
@er colica, spesso si citano solo Exploited. GBH e Discharge per comodità sia perché sono stati i più famosi sia perché a ben vedere hanno fatto più dischi in ben 4 decadi (nonostante l'ultimo degli exploited sia del 2003 ma amen) Chaos Uk, Varukers, Abrasive Wheels, English Dogs e Broken Bones sono consideratissimi dai fan di quel tipo di Punk. Anzi a dire il vero English Dogs e Broken Bones sono apprezzati parecchio da chi ascolta Metal, almeno quelko più vicino al Punk tipo iol Thrash
Area
Giovedì 19 Marzo 2020, 11.40.10
24
@LAMBRUSCORE, lo ripeto pure a te se vuoi ascoltarti un classico del HardcoreC/Crust Punk dei primi 90 sentiti THE SYSTEM WORKS FOR THEM degli AUS ROTTEN! Non te pentirai. Lo hanno ristampato su Vinile 3 anni fa e si trova ancora, io me lo ero preso! Poi anche Pledge of defiance dei Total Chaos ti piacerà tantissimo.
No Fun
Mercoledì 18 Marzo 2020, 22.33.26
23
Niente da dire su articoli e commenti, prendo appunti! Giusto una cosa, la frase "let them eat cake" è la traduzione inglese della frase "qu'ils mangent de la brioche" usata, si dice, da Maria Antonietta in risposta a chi diceva che il popolo non aveva più pane da mangiare. In italiano di solito è tradotta con "che mangino brioches". Ritradurla dall'inglese secondo me non tende bene. Nabat e Nerorgasmo comunque sono recensiti. Concordo sul discorso di @Colica al #14, anche perché per questo tipo di band definire il sotto-sottogenere che si suona conta ben poco, conta più il messaggio e il modo di proporlo, per dire band tipo Rudimentary Peni o Leftover Crack penso siano simili ai Crass anche se come sotto-sottogenere non hanno molto in comune.
Black Me Out
Mercoledì 18 Marzo 2020, 21.46.54
22
@Lambru The Brutal Truth dei Fiend me lo sono ascoltato quando uscì, una bella bombetta hardcore con sprazzi quasi noise/industrial oserei dire. Un pezzo come Hostage parla da solo in questo senso.
Black Me Out
Mercoledì 18 Marzo 2020, 21.45.22
21
@er colica Allora vedremo cosa ci permette la programmazione della redazione. Con membri di Kina e Nabat sono in contatto a livello personale, magari si potrebbe combinare qualcosa, ma non dipende tutto da me. Ad ogni modo grandi Crash Box, anche se rimanendo in Italia in campo hardcore nessuno per me vale quanto i miei amatissimi Nerorgasmo; subito dopo i mai troppo citati Franti (che punk in tutto e per tutto non lo sono mai stati).
er colica (più vecchio e acciaccato)
Mercoledì 18 Marzo 2020, 21.41.09
20
@ Black Me Out bè sicuramente faresti una buona cosa, diciamo che qui nel sito ci sono molti appassionati. Io lambru d.r.i. e molti altri siamo sempre stati molto affiatati per quanto riguarda l'hardcore e tutto quello che ci gira intorno poi ognuno di noi aveva ed ha le sue sfaccettature a livello di gusti ma come noi molti altri quindi ben venga uno speciale o delle recensioni dei vecchi gruppi inglesi o americani ma anche la nostra scena italica sempre troppo poco considerata in generale. Vorrei vedere una bella recensione scritta qui dei CRASH BOX per esempio magari il disco FINALE del 1987 o anche tanti altri gruppi tipo kina o indigesti e nabat. Vabbe rimanendo in ambito UK comunque confido nel tuo buon spirito e attendiamo fiduciosi!!!
LAMBRUSCORE
Mercoledì 18 Marzo 2020, 20.03.04
19
Bravo Alex Cavani, a tutti voi malati di Hardcore Punk come me, voglio consigliare un disco che non mi sarei aspettato dai The Fiend, gruppo inglese poco conosciuto, attivi dal 1980. L'album è The Brutal Truth, del 2010, una bomba innescata, ascoltatelo...
Black Me Out
Mercoledì 18 Marzo 2020, 18.49.59
18
Ragazzi se vi interessa inizio a recuperare e recensire anche alcuni di questi gruppi di cui stiamo parlando, con le disponibilità di redazione; mi farebbe solo piacere!
Black Me Out
Mercoledì 18 Marzo 2020, 18.48.43
17
Ra
er colica (più vecchio e acciaccato)
Mercoledì 18 Marzo 2020, 17.47.05
16
è si lambru perché vabbe visto che era entrato in ballo l'argomento hardcore UK anni 80 ho pensato di cacciare fuori pure loro. Perché nominano sempre i soliti gruppi la sacra triade discharge exploited GBH che per carità lode a loro ma spesso non ci si ricorda anche di altri molto cazzuti come appunto i varukers i chaos uk i warwound dove militavano i tizi dei sacrilege inglesi i skeptix poi one way system o borken bones poi english dogs e troppi che non vengono quasi mai menzionati. Toccherebbe riscoprire anche loro a mio modo di vedere!!Poi per il crust metal oltre ai classici amebix gli hellbastard gli Axegrinder i concrete sox.
LAMBRUSCORE
Mercoledì 18 Marzo 2020, 17.22.34
15
@er colica, hai nominato Varukers e Chaos Uk...ma vieeeniii
er colica (più vecchio e acciaccato)
Mercoledì 18 Marzo 2020, 14.09.05
14
il mio accostamento a i varukers e a i chaos uk arriva in relazione al primo commento dove un utente faceva riferimento ai discharge, e l'accostamento l'ha fatto lui nel primo commento. Io ho ribadito come appunto i crass fossero differenti da tali sonorità più smaccatamente hardcore punk come appunto erano i vari varukers o chaos uk. Perchè appunto accostare un gruppo come i crass ai discharge è un po' forzato nonostante i crass viaggiassero in parallelo con l'evoluzione di tali generi ( hardcore oi! eccetera) e io ho ribadito quel concetto nel mio commento primo e secondo poi. E ripeto ai tempi non si faceva troppo caso a chi era hardcore o oi! o skin o anarco si suonava e stop, ogni gruppo di quelli da me citati aveva un po' di hardcore un po' di oi! e un pò di rock, era tutto un minestrone e non si faceva troppo caso alla catalogazione forzata. Le creste c'erano e pure i rapati ma musicalmente era tutto molto mischiato, per esempio gli exploited potevano fare un pezzo oi! come un pezzo hardcore, vanivano tutti da quelle scene alla fine. Spero di essere stato esaustivo.
Area
Mercoledì 18 Marzo 2020, 14.01.30
13
@Black Me Out, I Total Chaos iniziarono anche loro per motivi ideologici dei membri (sono quasi tutti Vegan e Pacifisti e Anti fascisti) a frequentare e a suonare negli ambienti dei collettivi anarchici . I Primi 3 album hanno un sound a metà tra i Discharge Exploited e la roba Crust. Poi man mano sono passati allo Street Punk con punte Hardcore di quei gruppi tipo The Virus o The Unseen. Si insomma tutte quelle band Americane che dai 90 si ispirano al sound Inglese dello UK82. Io sinceramente non prendo il Punk in modo ideologico, io l'ho sempre approcciato dal lato musicale, come un genere musicale qualsiasi e semplicemente ascolto quello che mi piace. Io per dire non é che ascolto i Total Chaos o i Discharge e mi rifiuto di ascoltare i Descendents o i Green Day perché hanno un attitudine etica diversa. Per quello ho detto che mi piacciono sia Exploited che il primo disco dei Crass anche se le due band si punzecchiavano. Mi citavi i Casualties... i loro primi album (le prime stampe almeno) uscirono per la stessa etichetta degli Aus Rotten e suonavano negli stessi posti.... anche se fondamentalmente erano due modi diversi di fare Hardcore, infatti i Casualties alternavano i pezzi Hardcore a quelli più melodici o di stampo Oi!, erano più Street Punk sullo Stile UK 82, mentre invece gli A.R. erano solo hardcore più vicino allo stile dei Discharge e Conflict. Spesso c'é una piccola faida interna tra chi seguo lo Street Punk a la Casualties e quelli che fanno i Crusties... spesso hanno un immagine quasi del tutto simile e anche delle acconciature simili ma a livello "etico" ed "ideologico" sono diversi... spesso notavo che il Cruster é Anarchico, Pacifista, Vegano o Vegetariano e rifiuta di firmare contratti con etichette che non seguano l'etica Crust. Invece gli Street Punker (non gli Skinhead ma i Punx) spesso sono defintii "Fashion Punx", non hanno tutta quella cosa etica e non si fanno nemmeno troppi problemi a firmare anche per etichette più grandi e che gli garantiscano una certa visibilità. Ma alla fine cosa resta? Alla fine sono entrambi generi saldamente underground.
Area
Mercoledì 18 Marzo 2020, 13.14.26
12
@er colica, Non capisco l'accostamento Varukers CHaos Uk e One Way System... i Varukers e i Chaos Uk facevano effettivamente dell'HC e i Chaos UK erano quelli più noise. I One Way System invece erano più un gruppo Street Punk molto meno hardcore. Diciamo che in comune avevano l'abbigliamento seppur con lievi differenze... tipo tutti e 3 i gruppi magari avevano le creste o i capelli appuntiti e la giacca zeppa di borchie, però magari uno aveva i pantaloni tiger of london (quelli rossi con la fantasia scozzese) e l'altro aveva i jeans aderenti neri con le toppe magari in ecopelle (una cosa tipicamente Crust Punk che spesso sono Anarchici e Vegani)
er colica (più vecchio e acciaccato)
Martedì 17 Marzo 2020, 21.35.17
11
@Black Me Out Diciamo che gruppi come i grass erano dei gruppi di confine. a quei tempi era molto difficile capire chi era hardcore oi! o punk rock, ancora non era tutto delineato. Molti di quei gruppi suonavano hardcore oi! o punk rock insieme. Non era ancora tutto incasellato e non si capiva bene e forse era pure meglio. I crass come anche un gruppo tipo i subhumans viaggiavano a filo con l'hardcore l'oi! o il crust anarchico. I subhumans erano punk ma a volte sfociavano nell'hardcore poi nel rock o nel metal, erano gruppi di confine, viaggiavano affianco all'hardcore senza esserlo totalmente idem con l'oi! o il punk rock, ora la stampa definisce gruppi cosi PROTO hardcore o proto anacro crust ma non so quanto sia importante catalogare per forza tutto ciò alla fine. Per quanto riguarda la loro attitudine che dire io credo che sia molto difficile predicare certe teorie e ideologie come l'anarchismo il veganesimo o l'anti militarismo e poi essere sempre coerenti…..del tipo sono anti capitalista ma suono portando ai piedi delle Adidas tanto per fare un esempio banale. Che dire in ogni casi rispetto e tanto di cappello per chi predica e poi segue effettivamente le proprie teorie.
Black Me Out
Martedì 17 Marzo 2020, 21.10.06
10
@er colica Mitici Spermbirds, così come i da te citati Varukers, Chaos UK e Amebix. Ma ci sono così tante diramazioni nel punk che se si volesse forzatamente classificare tutto non se ne uscirebbe più! Quello che mi premeva affermare con questo articolo era che coi Crass si parla di punk (giustamente l'hai definito classico, con tutte le virgolette del caso a mio parere), ma non è questo il punto centrale della loro proposta, è solo una delle componenti. La sperimentazione era all'ordine del giorno nella Dial House proprio perché i membri della band erano poco più che analfabeti, musicalmente parlando. Quanti gruppi punk ortodossi avrebbero mai incluso nei propri dischi, nel '79, un pezzo come "Walls" ad esempio (contenuto in Stations Of the Crass), che è electro-dance rudimentale ante litteram? Poi certo, sul fatto del prendere tutto con le pinze sono d'accordo con te, infatti in questi articoli non ho parlato di nulla se non di cose che conosco o di cui ho potuto documentarmi in modo certo. Nel periodo di attività del gruppo io sono convinto che i Crass siano davveri stati ligi ai propri dogmi, andando avanti con gli anni le convinzioni di un tempo vengono sempre meno: vedi Steve Ignorant che va in tour da anni ormai a proporre le vecchie canzoni dei Crass che, diciamocelo, nel 2020 sono un po' anacronistiche, ad essere gentili.
Black Me Out
Martedì 17 Marzo 2020, 20.58.49
9
@Area Dei Total Chaos ho un bellissimo poster in camera, però un po' me ne "vergogno" perché i Crass ce l'avevano un sacco pure con loro (c'è una bellissima lettera di Penny Rimbaud dove parla della falsità pure di questo gruppo). Ma Pledge Of Defiance me lo sono ascoltato davvero tanto. Ma rimanendo solo sulla musica ed uscendo dalla mera ideologia, che a un certo punto diventa davvero castrante e controproducente, mi piacciono pure i Casualties ad esempio. E per l'evoluzione degli Exploited hai ragione, ma non pensi che anche i Discharge si siano via via sempre più "metallizzati" (tanto che ormai molti si limitano a definirli un gruppo thrash metal!)?
er colica (più vecchio e acciaccato)
Martedì 17 Marzo 2020, 20.31.12
8
vabbè musicalmente gente come i crass ha solo parzialmente toccato l'hardcore vero e proprio, erano ancora legati a livello di sonorità al punk più classico. I discharge come tutto il carrozzone uk 82 è arrivato un po' dopo e come sound ha estremizzato, quello è l'hardcore classico di gente come chaos uk, varukers,one way system come lo conosciamo oggi e che poi hanno rielaborato in vari stili i raw noise, concrete sox eccetera ma vabbè tornando ai crass alla fine sono stati la base del punk più anarchico che poi ha influenzato i vari gruppi punk crust metal alla amebix helectro hippies insomma le basi attitudinali per quello stile le hanno create loro. Poi sulla genuinità attitudinale dei crass e dei vari gruppi anacro non so bisogna sempre vedere perché poi bisogna prendere tutto per con le pinze. Stiamo sempre li bisogna vedere quanto poi ci credevano veramente a tutte le loro teorie. Però ecco gruppo fondamentale molto più intellettualoide rispetto ad altri più scanzonati tipo i the stupids o i spermbirds per esempio. Da rispettare in ogni caso.
Area
Martedì 17 Marzo 2020, 14.24.09
7
@Black Me Out, Per ritornare ai Crass... non saprei che dirti, a me é piaciuto solo il primo disco ma é vero il discorso che fai sulle band a loro più somiglianti. Il Crust Punk é legato all'ideologia dei Crass ma il sound é più somigliante a quello dei Discharge e l'immagine riprende quella Street Punk seppur con qualche differenza. A questo proposito cosa ne pensi dei primissimi dischi dei Total Chaos ovvero Pledge of defiance e Patriotic Shock? Il Sound a me sembra una mezza via tra il Crust, lo stile dei Discharge e lo Street Punk più HC di scuola Exploited. Poi dopo sono scivolati più verso lo stile Street Punk dei Casualties e dei The Virus.
Area
Martedì 17 Marzo 2020, 14.17.50
6
@Black Me Out, Finalmente qualcuno con cui parlare di QUESTO Punk! Ehm ti dico per gli Exploited sul discorso "Anarchia" concordo, ma io li valuto a livello musicale e per me fino all'ultimo disco del 2003 (che ha quasi 20 anni) c'è stata una progressione in ambito di sound che per il Punk non é molto comune. Molte band UK Punk 82 dopo gli anni 80 o si sono sciolte o sono rimaste ancorate al medesimo sound, gli Exploited hanno incattivito il sound mano a mano e la produzione e la qualità di registrazione andò di pari passo.
Black Me Out
Martedì 17 Marzo 2020, 13.56.19
5
Mah @Area anche con te non concordo appieno: i Conflict ok ci possono stare, ma l'unico paragone sensato coi Crass si può fare con le band della stessa etichetta; lì sound e idee allora corrispondono maggiormente. Flux Of Pink Indians, Poison Girls, Honey Bane (agli inizi), andando un pelo più in là Subhumans. Ottimo consiglio gli Aus Rotten, ma il crust punk coi Crass c'entra molto poco. E infine non sono affatto d'accordo che il debut sia l'unico disco necessario del gruppo: storicamente e per completezza può anche andare, ma musicalmente e liricamente ci sono cose molto più interessanti ad esempio in Penis Envy, il disco davvero più completo e meglio realizzato del gruppo sotto praticamente ogni punto di vista. Ed è attuale oggi più che mai. Per gli Exploited ti dirò: anche io ne andavo matto soprattutto da ragazzino, poi però li ho abbandonati progressivamente perché mi puzzavano un po' troppo di "finto". Sicuramente il mio è un ragionamento anche ideologico, ma gli Exploited sono uno di quei gruppi che si è trincerato dietro la bandiera dell'anarchia senza una causa concreta, a parer mio.
Area
Martedì 17 Marzo 2020, 13.26.22
4
Comunque l'unica cosa/disco che veramente serve dei Crass é the feeding of the five thousands soprattutto per i pezzi Banned from the roxy e Punk is dead. Il bello é che io andavo matto (e mi piacciono ancora) per gli Exploited che con Crass erano in forte contrasto.
Area
Martedì 17 Marzo 2020, 13.21.43
3
Il gruppo più prossimo ai Crass erano i Conflict... i Discharge hanno un ideologia abbastanza simile ma a livello di sound erano e sono altro, sono i creatori del D-Beat o Dis-Core. Se vi piace l'Anarco Punk o comunque il Crust io consiglio gli Aus Rotten, soprattutto il disco The System Works for them.
Black Me Out
Domenica 15 Marzo 2020, 19.13.33
2
@Red Roger Personalmente il paragone coi Discharge lo trovo estremamente fuori luogo, l'hardcore di questi ultimi nasce praticamente sulla scia di quello che avevano creato proprio i Crass, ma a livello di sound e di testi l'influenza è comunque marginale. Poi musicalmente chiunque da la paga ai Crass, nessuno di loro sapeva suonare - basta guardare una foto qualsiasi di N.A. Palmer per capire come teneva la chitarra - e su questo non si discute, il loro sound è chiaramente poco sofisticato e basato quasi solo sulla cacofonia, solo in questo disco dell'articolo secondo me la band ha provato a mettere più a fuoco la propria idea di noise. Anche il fatto degli hippy fuori tempo massimo è una delle critiche più consistenti che vengono rivolte ai Crass e sicuramente Penny Rimbaud in primis è un vecchio hippy, io li ho sempre amati anche per questo. Il resto è puro gusto personale, nessuna polemica, certamente l'atteggiamento "pontificatore" è sempre stato in linea con i messaggi del gruppo, che anche in questo modo è riuscito a farsi una schiera di adepti non indifferente. L'unico dato certo è che i Crass sono stati l'unico gruppo capace di smuovere qualcosa a livello socio-politico, le altre band punk,hardcore, anarcho coeve no. La lettura la consiglio anche io ad ogni modo, è interessante per molti versi il libro di Glasper.
Red Roger
Domenica 15 Marzo 2020, 19.03.07
1
Ho sempre preferito i Discharge ,che musicalmente parlando davano la paga a Crass di varie lunghezze , so che il paragone non è calzante ma a livello lirico ,di concetti e messaggi le due band erano vicine. So(per esperienza personale) che in ambiente anarchico i Crass erano e sono venerati come dei ma a me sono sembrati degli hippy fuori tempo massimo...e decisamente insopportabilii per certi loro atteggiamenti pontificatori. Consiglio la lettura del libro della Shake AnarcoPunk di Ian Glasper
IMMAGINI
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Copertina
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Interno dell'artwork di Yes Sir, I Will
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Steve Ignorant ed Eve Libertine
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I Crass in Islanda nel 1984
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Battaglia di Orgreave del 1984, fotografia
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Retro dell'artwork di Yes Sir, I Will
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